I primi contatti erano avvenuti durante la notte in un delirio mentale che lo scrittore non sapeva come decodificare, sembrava la lotta fra due agenti psichici opposti ma complementari che suggerivano tediose situazioni influenzali e paramediche che non nascondevano, al momento, nessun messaggio segreto, nessun sottotesto - Era semplice confusione prodotta da strani movimenti intestinali, cattiva digestione a cui si accompagnava la stanchezza di lunghe camminate e i sintomi esplosivi di sinusiti allergiche che scombussolavano la chimica interna dello scrittore - In questo stato alterato era facile confondersi e interpretare male i segnali che arrivavano dal corpo - Al tramonto, nelle tenui luci della sera, tra il rosa, il viola pallido e l’azzurro solitario, lo skyline della città si stagliava irremovibile nel cielo, componendo una serie di simboli tecnologici, alieni e primitivi in attesa di una possibile interpretazione, un codice architettonico che sarebbe stato assimilato solo da un certo punto di vista, da una posizione visiva strategica e intuitiva, ovvero quella in cui adesso mi trovo, seduto sul terrazzo di Sabine - Poi hanno cominciato ad illuminarsi in maniera intermittente le luci sulla sommità degli edifici e sulla punta delle antenne, mentre noi cenavamo, bevendo lentamente vino bianco, parlando e osservando quello spettacolo contemporaneo - Lo scrittore intanto si domandava se non ci fosse uno schema interpretativo per quel pulsare luminoso, una specie di linguaggio morse elettrovisivo, poi prendeva appunti mentali di quelle sequenze, sperando che dopo, nel reimpasto notturno dei sogni o nello svelarsi diurno delle visioni ad occhi aperti, acquisissero nuovi e irrazionali significati - Le visioni del giorno intanto proseguivano nel montaggio dei riflessi sulle superfici che lo sguardo catturava in frazioni di secondo simili a quelle necessarie da un otturatore per scattare una foto - Lo scrittore poi sceglieva quelle indicazioni metafisiche come i segnali del percorso da seguire - E ancora le architetture e gli schemi di linee e angoli e il bisogno quasi fisico di fare foto, di cogliere quelle improvvise composizioni, di riproporle da prospettive diverse e inusuali - Messaggi scomposti durante la notte, nebulose gastriche in collasso fra loro - Mangiato pesante? - La mattina non era stata delle migliori, sudore fra le coperte, la lotta continuava, la luce ci avrebbe spiegato il resto.
domenica 3 agosto 2025
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Warsaw #3
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