andavamo in macchina verso sperlonga, i finestrini abbassati, l’aria dell’estate e la musica,
abbiamo superato terracina e ho pensato a lorenzo, ai giorni passati, alle cose
vissute, all’adolescenza, agli errori e alle scelte, tutto in pochi attimi, ho
riconosciuto il benzinaio e ho parcheggiato sul bordo della strada,
istintivamente. le ho detto, fermiamoci un attimo, qui c’è la casa di un mio
amico, sono anni che non ci passo, fermiamoci un attimo a vedere, lei ha detto,
va bene. siamo scesi, ho chiuso la macchina, abbiamo superato un cancello e ci
siamo diretti verso la spiaggia, abbiamo camminato un po’ sulla sabbia, poi mi
sono girato e ho visto la casa, era la stessa, almeno da fuori nulla sembrava
cambiato. le finestre erano aperte e mi sono chiesto se lui ci venisse ancora e
che mi sarebbe piaciuto tanto incontrarlo e salutarlo e fermami a parlarci. e
allora ho guardato verso il mare e ho visto una barca sulla spiaggia e una
persona su quella barca e ho pensato che fosse lui, più che un pensiero è stata
una certezza, ho sentito che era lui, e allora mi sono avvicinato e il cuore ha
cominciato a battermi più forte, l’ho chiamato e lui si è girato. ci siamo
guardati. e sono esplosi i ricordi, a milioni, nel cervello, sotto la pelle, le
ho presentato soledad, poi siamo andati verso casa sua, ad ogni passo la mente
proiettava immagini di cose passate, un film dimenticato e perduto, siamo
saliti e ci siamo bevuti un paio di moretti, seduti sul terrazzo, parlando
tranquillamente.
non so perché il tempo mi ha allontanato
da te e anche se lo sapessi non potrei più dirti tutto quello che avrei dovuto
spiegarti da ragazzo, quando innamorati della stessa persona, abbiamo finito
per non guardarci più, perdendoci di vista, senza neanche esserci detti addio.
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