Il teschio camminava fra le
persone, il volto tatuato, il cranio dipinto di rosso, un’enorme medusa girava
sull’asfalto, i suoi filamenti psichedelici brillavano nell’aria, gli spruzzi
d’acqua, le bolle di sapone, dai colori liquidi, salivano verso il cielo, sulle
colline sventolavano bandiere aliene, i vessilli dimenticati di antiche civiltà
scomparse; davanti ad un totem composto da casse musicali gialle, alcune
persone ballavano al ritmo della musica reggae e dub, le pulsazioni cardiache
del basso, i capelli rasta e le piccole pipe di ceramica in cui alcuni ragazzi
fumavano marijuana, nel sogno avevo incontrato L. e avevamo camminato nelle
aule della nostra vecchia scuola, avevo parlato con delle persone degli effetti
dell’acido lisergico, mi avevano detto che potevo comprarlo da un somalo ma non
mi fidavo, A. mi aveva portato una
piccola quantità di una sostanza misteriosa che ancora non avevo assunto, per
le strade di Santiago cercavo di comporre mappe mentali senza grandi risultati,
i colori e i suoni delle parole, ho comprato un charango per mio padre, i
murales suoi fianchi dei palazzi si muovevano inaspettatamente, le nuvole, nel
cielo, erano vaghi ricordi di un tempo perduto, Teresa si chiedeva perché non
le parlassi, non mi guardava ancora negli occhi, quando si fosse creato un
contatto visivo avrebbe capito che non c’era bisogno delle parole, potevo
esprimere tutto attraverso lo sguardo, era così semplice, in realtà, dirsi
qualsiasi cosa, le nostre essenze trovavano la loro espressione più pura nel
punto esatto in cui finivano le normali forme di comunicazione verbale.
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"quando si fosse creato un contatto visivo avrebbe capito che non c’era bisogno delle parole, potevo esprimere tutto attraverso lo sguardo, era così semplice, in realtà, dirsi qualsiasi cosa"......magari fosse cosi semplice, ma purtroppo non abbiamo poteri telepatici...se aspetti troppo a dire la parola giusta si puo fare troppo tardi
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