Ci
ero ritornato a casa di mia madre e non ero solo. Abbiamo mangiato in cucina, io e una ragazza e
sembrava di essere scivolati nel mio passato, tutti quei pranzi, da solo o
insieme a qualcuno, tutto il tempo che ci ero stato in quel luogo e la luce,
la luce che adesso ci illuminava era la stessa di allora, quella luce non
cambiava mai, era meravigliosa, la ricordo quando passava attraverso le
tendine, era una luce magica, accogliente, una luce che rallentava il passare
degli attimi, me la ricordavo da quando ero bambino, quella delle domeniche
mattina e la danza della polvere e dopo pranzo ci siamo seduti sul divano e ci
siamo dati un po’ da fare, cioè lei si è data da fare, a volte basta slacciarsi
i pantaloni, tirarsi giù le mutande e poi le cose vanno per il verso loro,
naturalmente, è così semplice questo gioco quando non ci complichiamo troppo i
pensieri, anche perché c’è poco da pensare, ci sono pure i desideri e le
fantasie, ci scivoliamo dentro, le vogliamo reali, ci aggrappiamo ai nostri
impulsi, ne rimaniamo spaventati, ci blocchiamo, poi tutto torna come prima e
si inizia di nuovo a giocare, a toccarsi, si va avanti così, in punta di piedi
o con un grande chiasso, ma non possiamo fermarci, mai, è la nostra natura,
cerchiamo di controllarla, di ingabbiarla, cerchiamo di tenerla nascosta questa
energia, ma lei c’è e deve uscire fuori e a volte è divertente, altre meno e
poi ti risvegli con i lividi e le ferite e neanche ti ricordi come te le sei fatte
e poi ci sono i sogni e quello che accade al loro interno e ragazze sconosciute
e altre con cui hai passato il tuo tempo e nei sogni ci sono anche i loro corpi
e tu che entri dentro quei corpi, ci perdiamo in notti d’angoscia, ci svegliamo
sudati e inquieti, ci lasciamo andare e ci tratteniamo e quelle sensazioni,
fatte di molte più cose di quante ne conosciamo o possiamo confessare a noi
stessi ci tengono in vita, ci feriscono, ce ne vorremmo liberare e le
esaltiamo, la tensione si allenta, l’energia si disperde, torniamo quieti a
sorriderci in silenzio, la notte è passata, i tuoi capelli li sento ancora tra
le dita.
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