Un incontro con Catalina, nella sua casa, lei è sola e io arrivo con alcuni amici di cui non ricordo il nome. Ci mettiamo a parlare e le dico che mi dispiace, mi dispiace così tanto di aver lasciato Maria e di non aver avuto più contatti con il resto della sua famiglia, con Giancarlo, soprattutto e mentre le confesso queste cose mi viene da piangere e un senso di tristezza mi assale il cuore e poi sono davanti a mio padre, da qualche altra parte e stiamo partecipando a una specie di gioco in cui bisogna dirsi qualcosa in faccia ma noi non ci diciamo niente, ci guardiamo solamente negli occhi e ci capiamo subito e così il gioco finisce e noi ci allontaniamo insieme e poi in un’altra città ho vagato in silenzio, pochi frammenti, qualche immagine, che cosa ho fatto? Chi mi ha riconosciuto? Nel cielo la luna e l’alba dividono il loro esistere, chi siamo noi per non credere al loro incontro?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ZetaElle #32
Sequenze di combattimenti fra le strade e persone in fuga, i rumori in lontananza degli spari e un senso di panico e come una vibrazione n...
-
I dolori iniziano lunedì mattina, al lavoro. Durante la lezione mi tocco il lato destro della bocca e sento crescere una...
-
Per capire il significato di quella perdita dovresti passare almeno cinque o sei anni con una stessa persona e vederla tutti i giorn...
-
Ce l’hai una sigaretta? - chiede il tossico. Non fumo, mi dispiace – rispondo. Allora che me la vai a cercare? No, non ho quest...
Nessun commento:
Posta un commento