Vecchi compagni di scuola come doppi diabolici che mi cercano e vogliono portarmi con loro in labirinti di corridoi mentali da cui so che non uscirò mai più. I vicoli di una città e quelli sconosciuti di una mappa che solo una immaginazione diversa dalla mia avrebbe potuto disegnare. Ville in cui si compiono efferati omicidi e un personaggio secondario che sono io anche se con sembianze diverse. Dagli occhi di quella sanguinosa maschera osservo delitti e massacri, regolamenti di conti fra bande di uomini senza scrupoli e morale. C’è il copione di un film scritto da mani svincolate da qualsiasi legge etica, in cui si cerca di comporre sequenze dove siano le viscere a narrare i fatti e le loro conseguenze. In una casa in cui nessuno abita più ritrovo i volti dei miei zii che decidono di accompagnarmi in un viaggio senza destinazione e mio nonno, in cucina, che mi parla e mi sorride anche se non riesco a capire nulla di quello che mi sta dicendo, poi qualcuno afferra una pistola e fa fuoco e nel silenzio che segue, la notte arriva dall’alto, da lontano, fra le geometrie inventate di arcaiche costellazioni di luci aliene, una fuga verso la scoperta di nuove galassie, punti immobili equidistanti gli uni dagli altri nell’oscuro firmamento in cui la ragione oltrepassa se stessa e diventa infinito.
mercoledì 15 aprile 2020
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