La mattina la andavo a svegliare, mi inginocchiavo ai bordi del letto, le accarezzavo i capelli, sussurrandole che era ora di alzarsi e questa mi sembrava una maniera migliore e più dolce di accogliere con lei il nuovo giorno piuttosto di entrare nel suo letto con il cazzo duro e la voglia di scoparla - Volevo adorarla, volevo amarla in una maniera totale, senza compromessi e non ci riuscivo e non sapevo quello che sarebbe successo e non volevo saperlo, non volevo sapere più nulla, di me, del mio passato, di quello che ero stato - C’era la possibilità concreta di dissolvermi in una donna, nel suo mondo, inconciliabile con il mio, così impetuoso, di venire rapito dai suoi misteri e questa volta non avrei posto resistenza a quello che mi si muoveva dentro, le fitte di dolore ed eccitazione a pensarla con altri uomini, a non poterla avere, a rimanere senza orgasmi in attesa che lei mi dicesse qualcosa, quanto sarei stato in grado di soffrire per lei? E di trovare in questa sofferenza una forma d’amore di splendente intimità? Era una resa incondizionata, le avrei baciato i piedi come fosse una divinità irraggiungibile e al di là di ogni fantasia avrei solo voluto vederla felice, accanto a me e nella distanza che un giorno ci separerà.
lunedì 31 maggio 2021
Orgiva #43
mercoledì 26 maggio 2021
Orgiva #42
lunedì 24 maggio 2021
Orgiva #41
domenica 23 maggio 2021
Senza titolo
C’è neve sulla cima delle montagne e il nuovo giorno apre ferite di luce nel cielo grigio ed echi di sofferenza nella mia anima, per i giorni andati e per le sconfitte, per le fughe e gli imprevedibili momenti di isolamento, per tutti gli attimi di cupa disperazione con cui la vita ha educato il mio caos, le calde onde continuano ad arrivare e io le ho chiamate amore anche se non erano altro che il ripetersi di una resa dopo l’altra, una disillusione a cui nessuno dovrebbe credere, è stata solo ogni lontananza l’unica capace a mostrarmi la differenza fra la realtà e il suo illusorio riflesso - Sulla spiaggia dorata dei miei respiri ancora mi siedo senza parlare, a guardare le onde arrivare, non possono più raggiungermi ora o toccarmi, in questa distanza c’è ogni cosa che ho dovuto abbandonare per poi impararla di nuovo, questo oceano di momenti scomparsi, risplende quieto di una bellezza impossibile da afferrare mentre la sabbia del tempo scivola senza fare rumore fra le dita di una mano invisibile, perché e solo nel nostro abbandono che troveremo la via per giungere dove mai abbiamo creduto di poter arrivare.
giovedì 20 maggio 2021
Orgiva #40
Poi eravamo al chico bar, Io e Lolo e c’era Paul accanto al bancone e ho comprato tre birre e ci siamo seduti a un tavolo di plastica, in penombra, abbiamo bevuto e parlato, senza nessun accenno al documentario, muovendoci nei luoghi dell’immaginazione, i miei preferiti.
Ero in macchina con Paul e Nick e stavamo andando verso Tablones e avevo il cane di Nick in braccio e non aveva un buon odore - La costellazione dei caravan, delle roulotte e delle tende era cambiata in Cigarrones e c’erano nuove persone, c’era anche un party da Vanessa e Wibbs quella notte ma non ero stato invitato e non mi interessava andarci (quante stronzate ti raccontano le donne per agganciarti), Tim stava suonando nel magic bus e sono salito anche io dentro e Paul si è messo alla batteria e qualcun altro al basso e la jam è iniziata e ho chiuso gli occhi e ho stappato una lattina di birra presa chissà dove, poi è arrivato un secondo Paul, con le sue sostanze bianche in polvere e ne ha distribuite un pò ai presenti, io me ne sono stato zitto, sorridendo in un angolo, il gioco lo conoscevo bene, al momento mi bastava la mia birra.
Abbiamo fatto un falò, dopo, con Tim che portava rami di olivo troppo freschi e io che osservavo le fiamme, poi il vento si è alzato all’improvviso e qualcuno ha detto che poteva essere pericoloso, che era meglio non lasciare il fuoco incustodito e mentre ascoltavo questa voce e mi chiedevo dove fossero Alfie e Maeve, sono arrivate Hannah e Debbie, mi hanno salutato e poi se ne sono andate al party, non le ho seguite, sono rimasto accanto al falò e anche Paul era lì, abbiamo continuato a bere, poi alcuni fuochi artificiali sono esplosi nel cielo e questo doveva significare che il vecchio anno era finito e il nuovo era iniziato, non che ne fossi sicuro e neanche mi interessava più di tanto, poi ho salutato Paul e mi sono incamminato verso Orgiva, quasi quattro chilometri da fare a piedi, un percorso che avevo compiuto parecchie volte e che adesso mi sembrava possedere il senso di un pellegrinaggio, di un viaggio al termine della notte, il fondo dell’anima l’avevo già raggiunto nei miei teatri della crudeltà e dell’osceno, il buio era sempre pronto ad accogliermi e io a rifugiarmi in esso.
Erano passati un paio di giorni e avevo di nuovo incontrato Paul al chico bar, aveva dell’hashish per me, ci siamo seduti in silenzio a un tavolino, un alhambra special davanti, guardando le foglie degli alberi muoversi nella luce e nell’aria, era pomeriggio e tutto sembrava rallentato, ogni tanto Paul mi raccontava una storia ed era tranquillo e non ubriaco e la sua presenza accanto era piacevole, come quella di un amico, come tutte le buone emozioni che mi ero lasciato alle spalle, perché fosse un dono la scoperta dell’amore e non un’abitudine dalla quale fuggire via, sono stato giovane in giorni perduti e vecchio in notti che non vedrò mai più e qui e ora c’è un mondo che mi avvolge, dal quale sono attratto e dal quale mi nascondo, questa continua deriva, questo ridere che non saranno le tue lacrime a travestire di inganni troppo meravigliosi da poter svelare.
mercoledì 19 maggio 2021
Orgiva #39
martedì 18 maggio 2021
Orgiva #38
Avevo passato un giorno d’estate con Elena e Annie Rose e i loro figli ed era stato bello stare con entrambe e guardarle e sentirle parlare, erano attraenti ed era piacevole la sensazione di essere in contatto con loro, di essere parte di un leggero gioco di seduzione reciproca e di sapere allo stesso tempo che nulla sarebbe mai successo anche se negli occhi di ognuno di noi risplendeva il riflesso di una possibilità.
Frammenti di un soggetto non scritto, nessun piano per il resto dei miei giorni in questo luogo (e chissà su questa Terra), nessun legame, niente che possa costringermi a guardarmi indietro per la stupida paura di andare avanti.
martedì 11 maggio 2021
Orgiva #37
Mi piaceva scrivere nel Viejo Molino, bevendo una birra o un carajillo con anis e guardando Pepe mentre lavorava o si stappava una Cruzcampo Special e si fumava un’enorme sigaretta rollata a mano.
Mi ero masturbato su un paio di scarpe da donna che avevo trovato durante le mie peregrinazioni diurne, me l’avevano fatto venire veramente duro, avevo ancora un tanga nascosto da qualche parte per la prossima sega e anche questo mi sembrava un altro piccolo e delizioso regalo che la vita mi aveva fatto.
sabato 8 maggio 2021
Orgiva #36
C’erano notizie che avevo smesso di seguire, epidemia&varianti&primivaccini, una trama mondiale in cui nessuno sapeva cosa fare e nella quale ognuno era rimasto intrappolato, ci si muoveva nel buio dell’ignoranza mediatica e qualche pazzo distribuiva file di numeri a cui la gente finiva per aggrapparsi, prima di cadere nell’idea che tutto stesse per cambiare e sicuramente non nel migliore dei modi.
Avremmo detto addio ai sorrisi, ai baci, ai giochi delle labbra, avremmo rinunciato alla nostra umanità in nome di una cura che non ci avrebbe salvato dal nostro stesso male, quello di esistere in questo mondo, rimanevano fotografie nella stanza, di quando passeggiavamo per vie assolate senza pensare a quello che sarebbe venuto dopo e poi gelide memorie di sere dipinte d’inchiostro e malinconia e il calore nelle mani e quello fra le gambe e un lieve sorriso, quando finalmente le immagini e la loro sempre mutevole sostanza hanno cominciato a svanire e il profilo del tuo corpo a brillare di una luce che speravo aver dimenticato per sempre.
martedì 4 maggio 2021
Orgiva #35
I soldi continuavano ad arrivare, pezzi di case vendute a sconosciuti, eredità familiari, erano quasi cinque anni che avevo lasciato il mio lavoro come insegnante di italiano e da allora non avevo guadagnato più niente, non in termini monetari per intendersi, avevo scambiato energia e pazienza per un posto dove vivere e per il cibo, non che le dinamiche con la gente che avevo conosciuto fossero state tanto diverse da quelle delle teste di cazzo che mi ero ritrovato in ufficio, c’era sempre qualcuno che godeva nel dirti cosa fare e soprattutto come, il denaro non c’entrava, questo era chiaro, erano i giochi di potere quelli che interessavano alle persone.
Era difficile stare ad ascoltare John quando parlava ed era ubriaco, cioè tutte le volte che lo avevo incontrato, tendeva a biascicare le parole e a urlare e a raccontare cose che non capivo e credo che in passato avesse avuto una lunga dipendenza dall’eroina ed era venuto a Orgiva per disintossicarsi, chissà quando (e quale posto peggiore, pensavo dentro di me) e al momento viveva in una baracca e si vestiva come uno skinhead e i suoi occhi erano di una tristezza devastante e liquidi e anche se gridava le sue opinioni quasi mai nessuno le stava ad ascoltare, nel teatro alcolico che era il patio del Metal Bar.
C’era una scelta morale che questo periodo di pandemia stava insinuando nel mio cuore, se isolarmi definitivamente o se continuare a sperare che le persone che avevo intorno riuscissero a capirmi e ad accettarmi nella maniera in cui ero fatto, senza domande, senza aspettative, senza nessuna richiesta e c’era un’altra decisione che sentivo di dover prendere, che mi sembrava più simile a un atto di fede e cioè quella di condividere ogni cosa che possedevo e di smetterla di pensare ai soldi e vedere dove sarei arrivato, senza piani, senza protezioni, era questa la caduta che sempre avevo voluto, non per ferirmi, ma per farla finita una volta per tutte con gli appigli delle illusioni, dei desideri, delle fantasie. Volevo vedere dove sarei arrivato in questo modo, senza paura, senza aggrapparmi più a nulla, specialmente a tutto quello che aveva fatto parte della mia vita passata e avevo lasciato andar via e sembrava tornare solo per inquietarmi nuovamente.
Offro una birra a John, chiudo gli occhi, il sole si posa sulle mie palpebre, sorrido senza motivo, la felicità può essere un bacio fatto di luce e nessun pensiero.
lunedì 3 maggio 2021
Orgiva #34
ZetaElle #28
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