Ero dentro un ascensore, all’interno di un palazzo che non conoscevo, prima di chiudere la porta ho intravisto l’immagine di Kamil che stava scendendo le scale, i nostri sguardi si sono incrociati, lui ha sorriso, andava di corsa, portava un vestito elegante - C’erano nuovi codici che qualcuno aveva scritto sul legno rovinato dell’ascensore, ho cercato di impararli a memoria, mentre è cominciato un movimento verticale che non sapevo dove mi avrebbe portato - C’erano state notizie di alcune sparizioni ed ero alla ricerca di una di quelle persone scomparse, nella sceneggiatura che qualcuno mi aveva passato c’erano delle pagine mancanti e così le sequenze successive sono state incomplete e confuse - Ero nel pueblo e stavo camminando, qualcuno aveva rubato il mio zaino ed ero rimasto solo con una lurida sacca a tracolla con dentro quello che ritenevo fosse indispensabile, la luce era quella del giorno e stavo cercando Sara, provando a chiamarla da un vecchio cellulare che mi ero ritrovato in mano e poi lei mi è apparsa davanti e ci siamo guardati nell’immobilità di un istante prima che tutto tornasse a muoversi, racchiudendoci così in un caldo e fuggevole abbraccio.
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