mercoledì 26 giugno 2024

dream #145

 Gli occhi chiari di un ragazzo arabo mentre mi sta parlando e non capisco nulla di ciò che sta dicendo e una spiaggia su cui altri ragazzi hanno catturato un gigante gabbiano e lo stanno uccidendo a colpi di remi, per poi legarlo a una tavola da surf e dargli fuoco, una scena violenta e raccapricciante, il gabbiano in agonia, le urla silenziose di chi sta partecipando e osservando e io sono nell’aula di una scuola e apro la finestra e mi sporgo e cerco di gridare, di fargli capire di smetterla ma la mia voce è senza suono e le mie labbra si muovono come in una pantomima muta - Seduto in una sala, di notte, davanti ad uno schermo, mentre altre persone scivolano intorno in quella che potrebbe essere l’area di un museo o di una villa e ci sono immagini di film che non sono molto interessato a vedere e arriva Lynn portandomi degli auricolari affinché possa ascoltare dialoghi inesistenti o forse perché i nostri lontani discorsi divengano di nuovo reali e scorrono nella mente alcune immagini dei nostri incontri per poi sfumare nell’intreccio di altre storie e sconosciute sequenze - Marco e Lorenzo vagavano all’interno delle stazioni metropolitane, nell’ipnotica intenzione di girare un film, aggrappandosi a frammenti di imprevisti e tentazioni lisergiche e Lorenzo portava un casco che ne nascondeva i lineamenti e incontri con sconosciuti che svanivano nell’oblio delle gallerie sotterranee - Nella stanza c’era una barocca struttura architettonica con tubi blu che si intrecciavano e qualcuno parlava di anarchia e giustizia e dei sogni perduti di un mondo migliore, quelli che appartengono alla giovinezza e non andrebbero mai dimenticati, prima che i colori delle passioni si sciolgano nel bianco e nero dei ricordi che ne catturano l’essenza e la rielaborano nel tessuto onirico di nuovi fotogrammi in arrivo, come i treni nel reticolo sotterraneo dell’inconscio, quando non esistono più mappe da tracciare e smarrirsi è l’unica maniera per proseguire, di passaggio in passaggio, risveglio dopo risveglio, una labirintica e infinita fuga e il tuo volto addormentato sulla superficie amniotica di un’istante svanito, i tuoi che si allontanano, perché sia presente e sconfinata la tua essenza nel centro scuro e palpitante del mio cuore.

sabato 8 giugno 2024

dream #144

 Vicoli di piccoli paesi in cui camminare e forse perdersi. Improvvise aperture su paesaggi campestri mentre le ore dell’alba e del tramonto si alternano con i respiri. Qualcuno mi aveva invitato a una festa, dove ero arrivato portando una busta con un paio di bottiglie di vino. Nelle stanze si parlava di politica, di anarchia, di musica, di cinema, di arte. Eppure le bocche, in alcuni momenti, rimanevano mute e i pensieri si affollavano nella mente in sequenze ipnotiche e divertenti, un senso di allegria sul fondo delle cose trasformante in immagini mentali, mentre lo stomaco metabollizava i resti dei funghi allucinogeni e le prospettive delle stanze lentamente si deformavano e le pareti diventavano luminose e palpitanti. E mi sono ritrovato su un letto e una ragazza era stesa sopra il mio petto, mi stava sussurrando qualcosa e io le accarezzavo i capelli. In un’altra stanza mi avevano fatto un pompino ed ero esploso in bocca alla troia di turno. Poi mi ero ritrovato da solo, mi sentivo stanco e le immagini sono sparite e il vuoto era silenzioso e amniotico. Ho sentito qualcuno chiamare il mio nome e ho aperto gli occhi ed era buio e nella casa non c’era nessuno, la porta della stanza era chiusa, ci sono passato attraverso e mi sono ritrovato per strada. Non sapevo che ora fosse e il tempo non sembrava avere importanza, le dimensioni continuavano a sciogliersi e poi i fotogrammi sono tornati nitidi, una musica arrivava da lontano e mi sono incamminato per raggiungerla.

ZetaElle #20

  Ancora antichi borghi, profili di anziani seduti nell’ombra, ricordi di pellicole mai girate se non fra le piaghe di menti raggrinzite e d...