mercoledì 21 agosto 2013

homesick #3

Alcuni pensieri erano diventati più concreti e il frigo di casa era quasi sempre vuoto. Cercavo di non bere alcolici, avevo un’ottima erba e mi limitavo a fumare un paio di canne disteso sul letto prima di addormentarmi. Mi immergevo nell’oceano interiore, erano discese calme, quiete, senza paure, ripercorrevo momenti passati della mia vita, li osservavo nella luce crepuscolare del tramonto, erano fatti lontani, accaduti quando la notte doveva ancora arrivare, poi si sarebbero oscurati, ci sarebbe stata una frattura, una scissione, quei fatti si sarebbero ammantati di ombre e io non li avrei più riconosciuti. E con la notte giungevano le stelle e le speranze, che con il tempo diventavano sempre minori, non perché non avessi più sogni o illusioni, solo che avevano smesso di essere importanti come prima, la vita mi sembrava più semplice, adesso, bastava respirare e concentrarsi sull’attimo presente e smetterla di proiettare la propria esistenza sullo schermo del futuro. 

Avevo trovato una strada.


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