C’era stato un cambio di identità durante la notte e in una stanza il mio doppio era stato scoperto da un’agente della psicopolizia, era apparso dal buio, come un’ombra e io mi ero arreso subito alla sua volontà, seguendolo per strada e poi con un’improvvisa magia onirica mi ero trasformato in un una macchina che fuggiva via veloce, guidata da qualcuno con le mie sembianze, con accanto una giovane donna che parlava di non so cosa e c’era stato un’incidente o almeno le mie percezioni alterate sembravano processare i dati del sogno in questa maniera e poi emozioni viscose e viscide come la paura o l’interno delle cosce di lei e i grandi labirinti metropolitani nei quali perdersi per poi ritrovarsi in un’altra stanza e chiedersi cosa fosse successo, perché gli eventi erano diventati così veloci, inafferrabili, una narrazione ciclica che ci vedeva protagonisti anche senza averne l’immediata coscienza, c’era sempre il rischio della ripetizione e per questo lo scrittore doveva essere all’erta e non stordito da alcolici e marijuana, per inventarsi sviluppi imprevedibili: il sonno fra le dune, le nuvole nel cielo scuro, il riflesso di una luna gigante sul mare - A volte mi chiedevo come sarebbe stato essere al posto di chi decideva e comandava e poi mi venivano in mente le parole di una canzone di Fabrizio de André, se fossi stato al vostro posto ma al vostro posto non ci so stare e questo risolveva i miei dubbi e continuavo nella mia pantomima di una normalità che si stava di nuovo sgretolando e poi immagini di Bilbao, Varsavia, Birmingham, Santiago, come se stesse nascendo una enorme città impossibile e avrei solo voluto vagare per le sue strade e ricondurre tutto alla matrice stessa dell’immaginazione e vivere così, nei lenti respiri di ogni scoperta, nella luce dorata di sentirsi presenti, con l’amore per ciò che deve venire ed è già passato, gli zingari disponevano le loro cianfrusaglie sui teli per terra, la sporcizia ovunque, la polizia controllava e svaniva, avevo comprato il giornale e steso le lenzuola, l’estate era al suo apice e i giorni si frantumavano in schegge di momenti inquieti, una tregua nel cuore, le pagine di un libro, le passeggiate in un bosco, i fotogrammi iridescenti come insegne al neon che incornicino il momento di partire, ancora altrove, ancora qui.
giovedì 4 dicembre 2025
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NPK #7
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