C’era una bambina con un vestito viola, in primo piano, di spalle, lo
sfondo della foto era sfuocato, prismi rossi legati a fili bianchi che
scendevano da una porta e riflettevano la luce del tardo pomeriggio irradiando
la stanza di scintille, il calore del corpo e della pelle, l’ascensore che
saliva, saliva, saliva senza fermarsi, il tempo divenne un vuoto lento e un
battito regolare e un respiro sempre più profondo, le parole che nascevano dopo
un orgasmo, l’acqua tiepida della doccia sui capelli, in un giorno d’estate, i
sospiri e l’attesa, gli sguardi infiniti, la luce, la luce era ovunque.
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ZetaElle #20
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