le urla di una madre e una bambina
che piange, dall’altra parte del muro.
la faccia bovina di chi mi sta
davanti.
gli occhi cerchiati di nero.
una cazzo di faccia pietosa.
cerchi un barlume di qualcosa in
quegli occhi.
un fugace attimo di intensità.
acquosi e stagnanti.
il supplizio più grande è ascoltare
le stronzate delle persone.
i loro luoghi comuni.
le loro piccole storie, senza
averglielo neanche chiesto.
la gente che ti parla convinta che
tu voglia ascoltarla.
stronzate.
una dietro l’altra.
prima è l’imbarazzo. poi la noia.
a volte cresce anche un senso di
rabbia.
il caldo vento del mare nella mia
anima.
i gabbiani che volano.
seduto su quella spiaggia.
ad occhi chiusi.
non c’è nulla e nessuno che possa
raggiungermi.
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