mercoledì 2 luglio 2014

San Pedro #2


La strada dall’aeroporto di Calama ad Atacama, paesaggio lunare solitario, immerso in una luce abbagliante, le lenti rosse a proteggere lo sguardo, la nuda terra spaccata dall’assenza dell’acqua, le montagne lontane, la striscia di asfalto immobile, nera, rettilinea, el pueblo de san pedro, le case d’argilla, colori sgargianti e psichedelici dell’artigianato locale, un posto dove bere solo cervezas da bottiglie da un litro, buona musica rock, l’attesa inutile degli spacciatori che avevo visto in sogno, i cani addormentati negli angoli delle strade, al riparo dal sole, un ubriaco steso per terra, la schiena appoggiata ad un muro screpolato, la mattina seduto ad un tavolino, la luce che passa dolce attraverso le fenditure di un tetto di paglia intrecciata, una tazza con acqua calda e foglie di coca, un ragazzo che suonava musica folk con la chitarra e il charango, un fuoco che crepitava, le parole del vecchio seduto su un tappeto logoro – parlami dei tuoi sogni, ragazzo.

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