Le
luci arancioni oscillavano nel cielo, sopra le strade, tra i palazzi, le ombre
degli alberi erano minacciose, fra i rami neri e le nubi di foglie si aprivano
squarci viola, l’elettricità vibrava nell’aria, i primi tuoni, i flash
azzurrini dei fulmini. Ombre tra le ombre, alcune figure sdraiate per terra,
accanto ai muri dei palazzi, sotto sporgenze che riparavano dalla pioggia. I più
fortunati mettevano i loro cartoni su delle grate da cui usciva dell’aria
calda. Le coperte luride, il vino scadente, un’ultima sigaretta prima di
addormentarsi. Queste figure si scioglievano nell’asfalto, negli angoli
dimenticati delle strade, diventavano forme misteriose. Le voci di alcuni si
levavano alte verso gli dei o quello che ne rimaneva, le parole oscene, le
risate indemoniate, la follia che ti accoglieva nel suo abbraccio, il confine
era sempre più vicino, da giovani era facile, c’era l’energia, la forza, da
vecchi sarebbe stato più complicato, passare le notti al freddo, stendersi
sulla strada nuda, raccogliere il coraggio, sentire la fiamma ardere ancora. Per
alcuni era solo un incubo senza risveglio, per altri un modo di allontanarsi da
tutto, c’era chi si era ritrovato da solo, senza scegliere e non poteva fare
altro che andare avanti.
martedì 29 luglio 2014
le alte torri #6
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