venerdì 29 maggio 2015

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Secondo il modello amoroso prevalente negli anni della mia giovinezza (e niente mi lasciava pensare che le cose fossero cambiate in modo significativo), ci si aspettava che i giovani, dopo un breve periodo di vagabondaggio sessuale corrispondente alla preadolescenza, si impegnassero in relazioni amorose esclusive, caratterizzate da una stretta monogamia, in cui entravano in gioco attività non solo sessuali ma anche sociali (uscite serali, weekend, vacanze). Tali relazioni non avevano tuttavia nulla di definitivo, ma dovevano essere considerate come altrettanti apprendistati della relazione amorosa, in un certo senso come degli stage (la cui pratica, d'altronde, cominciava a diffondersi sul piano professionale come preliminare del primo impiego). Relazioni amorose di durata variabile (la mia media di un anno si poteva considerare accettabile), in numero variabile (tra dieci e venti era un'approssimazione ragionevole) erano destinate a susseguirsi prima di sfociare, come un'apoteosi, nella relazione ultima, quella che stavolta avrebbe avuto un carattere coniugale e definitivo, e avrebbe condotto, tramite la procreazione di figli, alla costituzione di una famiglia.

michel houellebecq
sottomissione

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