Il
vento ha una voce e la ascolti fra i rami, nella luce che danza tra le foglie,
nei migliaia di riflessi, nei toni del verde, le sfumature, soffici licheni,
come barbe, crescono sulle cortecce, ruvide e solide. Insetti immobili
nell’aria, le minuscole ali sbattono frenetiche, rallentiamo le immagini, le
voci diventano echi, quelle degli uccelli si ampliano in sonorità ancestrali,
ogni singola foglia diventa nitida, punti gialli e bianchi oscillano nel
molteplice verde dei prati, il tempo si misura in respiri, profondi e ripetuti,
le nuvole attraversano il cielo verso direzioni ignote, ascoltiamo in silenzio
il loro morbido scivolare, centinaia di pollini, filamenti divini, volteggiano
in vortici di azzurro, le pietre bianche, sdraiate nel sole, ascoltano i passi
di chi si allontana lungo sentieri senza memoria, nascosti nel bosco i faggi
mormorano al cielo le loro storie affinché volino verso le nuvole, le cui forme,
agli occhi di chi sa vedere, cercano di svelare verità troppo a lungo
dimenticate.
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