lunedì 2 dicembre 2013

père lachaise


avevi la barba lunga ed un anno era passato, guardavi la pioggia che scendeva da una finestra in un appartamento di parigi, avresti vissuto lì per sempre e forse neanche lo sapevi, ma i tuoi amici erano già pronti per il tuo arrivo, baudelaire beveva rose e spine di bourbon, rimbaud che accarezza un gatto, vincent raccoglieva giornali dalla spazzatura, giravi per strada con le melodie della mente che si scioglievano nell’olio dei colori , le luci che brillavano di notte lungo la senna, le nuvole nel cielo cobalto, nell’attesa della notte, c’era tanta tristezza nei tuoi occhi, nel volto gonfio di alcol e forse qualcosa del tuo futuro era già apparso in parole&visioni, le lente note del piano mentre guardo il mondo farsi rime e poesia, nell’anima dell’artista ci sono specchi e maschere e bottiglie vuote e tappeti e i tuoi lunghi capelli, i miei occhi di giada riflessi in mandala concentrici, fumavi polvere di diamante per addormentarti e gli antichi sciamani continuavano le loro danze, in deserti di cactus e mescalina, il rosso sangue del sole e le stelle purpuree della sera, dove le maree non possono arrivare, dolci mormorii sulla sabbia.

cammino sotto un cielo che si trasforma in impressioni d’autunno, il cuore batte più forte, il marmo che vive in statue e frasi eterne, chiuso in una notte infinita reciti ancora versi di solitudine, una rosa sulla tua tomba, una bottiglia in frantumi risplende di luce, come le alte vetrate della saint-chappele nel silenzioso tramonto del mondo.

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