avevi la barba lunga
ed un anno era passato, guardavi la pioggia che scendeva da una finestra in un
appartamento di parigi, avresti vissuto lì per sempre e forse neanche lo
sapevi, ma i tuoi amici erano già pronti per il tuo arrivo, baudelaire beveva
rose e spine di bourbon, rimbaud che accarezza un gatto, vincent raccoglieva
giornali dalla spazzatura, giravi per strada con le melodie della mente che si
scioglievano nell’olio dei colori , le luci che brillavano di notte lungo la
senna, le nuvole nel cielo cobalto, nell’attesa della notte, c’era tanta
tristezza nei tuoi occhi, nel volto gonfio di alcol e forse qualcosa del tuo
futuro era già apparso in parole&visioni, le lente note del piano mentre
guardo il mondo farsi rime e poesia, nell’anima dell’artista ci sono specchi e
maschere e bottiglie vuote e tappeti e i tuoi lunghi capelli, i miei occhi di
giada riflessi in mandala concentrici, fumavi polvere di diamante per
addormentarti e gli antichi sciamani continuavano le loro danze, in deserti di
cactus e mescalina, il rosso sangue del sole e le stelle purpuree della sera,
dove le maree non possono arrivare, dolci mormorii sulla sabbia.
cammino sotto un cielo
che si trasforma in impressioni d’autunno, il cuore batte più forte, il marmo
che vive in statue e frasi eterne, chiuso in una notte infinita reciti ancora
versi di solitudine, una rosa sulla tua tomba, una bottiglia in frantumi
risplende di luce, come le alte vetrate della saint-chappele nel silenzioso
tramonto del mondo.
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