domenica 15 dicembre 2013

sacré-coeur


avevamo finito i soldi ed era arrivato l’inverno ed era un sabato pomeriggio e ce ne stavamo seduti su un divano sfondato con una coperta addosso perché la stanza era fredda e i riscaldamenti non funzionavano e lei aveva una mezza bottiglia di bordeaux che ci siamo bevuti, mentre ascoltavamo musica e fuori dalla finestra la pioggia scrosciava, battendo sui vetri, trasformando il mondo in percezioni liquide. Parlavamo e inventavamo storie e lei mi faceva leggere le lettere di suo padre e mi spiegava i suoi progetti e io la guardavo e bevevo un altro sorso dal bicchiere, poi il vino è finito e ci siamo addormentati e la musica continuava a suonare e la pioggia a battere e potevamo trovarci in un appartamento di parigi e alcuni pittori abitavano nel nostro stesso palazzo e condividevamo la miseria e l’ebbrezza e ogni tanto lei posava per amedeo mentre io rimanevo a guardare la sua nudità e le mani di amedeo che spremevano colori, con i suoi pantaloni sformati e il suo studio ancora più freddo della nostra stanza, ma in un angolo c’era una stufa e ogni tanto qualcuno portava della legna e ci potevamo riscaldare e le tele degli altri, le loro storie, le camminate per raggiungere il sacré-coeur e i piccoli furti e la miseria che era ovunque ma anche una vita selvaggia e fuori dagli schemi, una vita che andava inventata e seguiva le nostre fantasie esplodendo nei sogni notturni, nelle esaltazioni alcoliche, poi arrivavano le prime luci della sera ed eravamo ancora seduti sotto la coperta, più vicini, quasi a sfiorarci e lei ha detto che c’era un’altra bottiglia sotto il letto e io l’ho presa e l’ho stappata e abbiamo bevuto ancora vino mentre la notte ammantava di mistero le strade e i volti degli edifici e gli alberi erano sagome nere fuori dalla finestra e la pioggia che continuava ad eseguire le sue melodie e ho chiuso di nuovo gli occhi e avevo voglia di accarezzarle i capelli e lei ha acceso una candela perché non c’era luce elettrica e le ombre che si formavano sulla parete hanno iniziato a danzare e noi le guardavamo, increduli, ridendo come bambini, aspettando che anche le stelle cominciassero a ridere con noi.

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