Le
alte torri che si ergevano dalle mura della stazione sembravano minareti arabi
dimenticati nel tempo e all’ora del tramonto il sole li faceva brillare di una
luce sacra - in un parco, una volta, seduto accanto ad una ragazza, vidi un
cane muoversi nell’erba, dopo aver assunto una pillola di acido e i suoi
contorni risplendevano, il pelo era
formato da tanti filamenti incandescenti come il tungsteno in una lampadina accesa
e gli ultimi bagliori del giorno sfioravano le punte delle alte torri e io
camminavo verso il quartiere cinese perché avevo finito la sostanza e dovevo
prenderne una nuova scorta e passate le torri si entrava in questo quartiere
dove i palazzi erano vecchi di un secolo e degli abitanti originari se ne erano
quasi perse le tracce e i nuovi, la maggior parte di provenienza asiatica, si erano
impossessati delle strade e le avevano riempite con i loro colori, gli
odori dei cibi che cucinavano, i suoni delle lingue incomprensibili che parlavano
e gli uomini passeggiavano sotto le alte arcate che circondavano la piazza del
mercato, concludevano i loro affari illeciti, si salutavano, litigavano, si
muovevano nelle migliaia di direzioni possibili che ogni vita conosce durante
il suo lungo percorso e camminavo a passo lento fra queste persone, senza
preoccupazioni, il vecchio mi avrebbe dato la roba di cui avevo bisogno, il
vecchio si trovava in una stanza semibuia nella parte posteriore di un negozio
di antichità, mi aveva mostrato, una volta, la sua collezione di pipe da oppio,
parlava la mia lingua e mi aveva insegnato alcune parole della sua, le sue
storie erano sempre molto interessanti, mi aveva raccontato di una porta, della
possibilità di oltrepassarla, della conoscenza che si celava dietro di essa -
caddero le lacrime dall’alto di una stanza, divennero oceani i tuoi occhi e lei
che si consumava le mani in osceni locali tra misteriose luci rossastre - il
vecchio passava quasi tutta la sua giornata in quel retrobottega, in molti
venivano a chiedergli la sostanza, non a tutti la dava, sapeva quanto fosse
potente il suo effetto, aveva la migliore che avessi mai provato, passami la
pipa, vecchio, gli dissi una notte, i suoi occhi divennero fuoco, le mie
palpebre cenere, vidi le mie mani disfarsi nell’aria come fumo, ne sei sicuro ragazzo?
Sussurrò lui.
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