giovedì 19 dicembre 2013

le alte torri #1





Le alte torri che si ergevano dalle mura della stazione sembravano minareti arabi dimenticati nel tempo e all’ora del tramonto il sole li faceva brillare di una luce sacra - in un parco, una volta, seduto accanto ad una ragazza, vidi un cane muoversi nell’erba, dopo aver assunto una pillola di acido e i suoi contorni risplendevano, il  pelo era formato da tanti filamenti incandescenti come il tungsteno in una lampadina accesa e gli ultimi bagliori del giorno sfioravano le punte delle alte torri e io camminavo verso il quartiere cinese perché avevo finito la sostanza e dovevo prenderne una nuova scorta e passate le torri si entrava in questo quartiere dove i palazzi erano vecchi di un secolo e degli abitanti originari se ne erano quasi perse le tracce e i nuovi, la maggior parte di provenienza asiatica, si erano impossessati delle strade e le avevano riempite con  i loro colori, gli odori dei cibi che cucinavano, i suoni delle lingue incomprensibili che parlavano e gli uomini passeggiavano sotto le alte arcate che circondavano la piazza del mercato, concludevano i loro affari illeciti, si salutavano, litigavano, si muovevano nelle migliaia di direzioni possibili che ogni vita conosce durante il suo lungo percorso e camminavo a passo lento fra queste persone, senza preoccupazioni, il vecchio mi avrebbe dato la roba di cui avevo bisogno, il vecchio si trovava in una stanza semibuia nella parte posteriore di un negozio di antichità, mi aveva mostrato, una volta, la sua collezione di pipe da oppio, parlava la mia lingua e mi aveva insegnato alcune parole della sua, le sue storie erano sempre molto interessanti, mi aveva raccontato di una porta, della possibilità di oltrepassarla, della conoscenza che si celava dietro di essa - caddero le lacrime dall’alto di una stanza, divennero oceani i tuoi occhi e lei che si consumava le mani in osceni locali tra misteriose luci rossastre - il vecchio passava quasi tutta la sua giornata in quel retrobottega, in molti venivano a chiedergli la sostanza, non a tutti la dava, sapeva quanto fosse potente il suo effetto, aveva la migliore che avessi mai provato, passami la pipa, vecchio, gli dissi una notte, i suoi occhi divennero fuoco, le mie palpebre cenere, vidi le mie mani disfarsi nell’aria come fumo, ne sei sicuro ragazzo? Sussurrò lui.

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