Effetti
indesiderati mentre cammino per strada, fitte dolorose e acute, nel lobo
destro, nella cavità oculare, scendendo fino alla mascella, non so quale
sostanza li abbia provocati, la luce arriva affilata, mi trafigge lo sguardo,
le forme degli alberi si muovono nell’aria, ondeggiando, sul punto di cadere,
minacciose, raggi solari come spilli, le mani di qualche donna sconosciuta,
nascosta da un velo nero, una piccola bambola di pezza fra le dita, le parole
misteriose, gli occhi semichiusi, un filo di saliva le scende da un angolo
della bocca, demenza o eccitazione, infila aghi roventi nel corpo di pezza
della bambola, una figura orribile, deturpata, sporca e folle, le fitte
aumentano, non riesco quasi a camminare, sono in una parte sconosciuta di una
città mai vista e devo trovare una porta per tornare nel quartiere, prendere
delle gocce che mi facciano passare il dolore, è il mio unico pensiero, che
esso diminuisca, l’immagine mentale è chiara e nitida, un luogo caldo, pieno di
sole, il mare davanti, le onde leggere che arrivano piano e cancellano la
sofferenza, fino a lasciare una calma fatta di aria, dolci respiri e suoni
delicati - la tintura d’oppio mi aspettava nella stanza, il Dottor Ballard
l’aveva preparata nel suo laboratorio segreto, ho trovato una porta rossa,
scrostata e sporca, in una via d’ombra, al riparo dalle lame di luce, sono
entrato, era aperta, mi è bastato spingerla, buio improvviso, respiro bloccato,
lampi azzurrini, la mia mano moltiplicata all’infinito, spingo un’altra porta,
esco e mi ritrovo in una delle vie del quartiere, dietro la stazione, cammino
veloce verso la mia stanza, poi le gocce in bocca, steso sul letto, una candela
accesa, il dolore tramonta dietro i miei occhi ormai chiusi.
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