Il centro del quadrato era anche la punta di una piramide vista dall’alto.
Una donna discuteva di quanto il mercato dell’aglio fosse ormai in mano ai cinesi, si stavano impadronendo di tutto, i bastardi e c’erano nuvole violacee che si muovevano nel cielo mentre ero seduto a guardarle attraverso una finestra, un cappello di lana infilato in testa e le cuffie nelle orecchie, i Chemical Brothers che potenziavano gli effetti dell’acido e ogni cosa era chiara e nitida e il pensiero scivolava senza blocchi, spostavo l’attenzione ed ero una sola cosa con ciò che si manifestava nella mente, non c’erano distinzioni, non c’erano intrusioni, la bellezza estatica delle forme in movimento superava ogni immaginazione, i ricami floreali di un tappetto danzavano in coreografie sublimi, avrei potuto passare tutta la mia vita in questo modo, in un trascendente rapimento dei sensi, il flusso del tempo mi trasportava con sé in maniera concreta, secondi e minuti e atomi di eternità, la musica era un vascello a vele spiegate su un oceano di melodie liquide che toccavano il mio essere e il mio spirito come pure scintillanti emozioni, la bianca luce della morte/vita e la chiara consapevolezza di essere qui e ora, in un attimo espanso oltre i limiti del giorno e della notte e del loro infinito alternarsi, i paesaggi che svanivano in visioni interiori e gli psiconauti che parlavano di mondi al di là dello Spazio e spore aliene atterrate sulla Terra e sorrisi e occhi che diventavano come varchi negli universi femminili che mi passavano davanti, la quiete del silenzio a gambe incrociate, il respiro dell’acqua in ruscelli e piccole cascate, lo scintillio della luce nelle molecole che racchiudevano il vuoto, qualcuno si era seduto nella posizione del loto sotto un albero di sogni, illusioni e risvegli, c’era ancora un ultimo bagliore da amare, una delicata voce da ascoltare, il volto di uno specchio solitario, il coraggio di chi ha imparato ad aspettare, i tramonti che abbiamo sussurrato nella nostra giovinezza, tutto quello che è passato e che i ricordi accarezzano per rendere il destino meno crudele, i leggeri brividi lungo la schiena, sulla pelle e fra le dita e i baci scambiati fra le risate d’argento delle stelle, ogni fiore che abbiamo visto sbocciare non è altro che l’armonioso suono della bellezza e del suo incanto dai mille colori.
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