Strani messaggi elettronici e inviti inaspettati e poi dei corridoi e una sala e uno spazio aperto, una piazza e un concerto, Matteo che appare all’improvviso e ci guardiamo e ci abbracciamo, senza dirci nulla e la morte di Keith Jarret e qualcuno si siede a un piano, apparso chissà come e si mette a suonare la prima parte del Koln Concert e mi siedo vicino a Susana per ascoltarlo, fra il pubblico, poi mi alzo infastidito da qualche cosa e vago per le antiche inquietudini del cuore - Aule vuote di una università, un appuntamento con Maria a cui non sarei mai arrivato in tempo - Torno da Susana ma il mio posto è ora occupato da un altro uomo, trovo una sedia libera accanto a un muro e mi metto lì e c’è un bambino vicino a me che mi tocca la gamba, allora mi alzo di nuovo e lo faccio sedere e rimango in piedi e il concerto finisce e cerco Susana con lo sguardo ma non la vedo più - C’è ancora Matteo nel mezzo di una strada, ci abbracciamo un’altra volta e sembra che le cose si siano aggiustate e riprovo una vecchia sensazione che avevo perduto e dimenticato - Cerco di chiamare Susana al telefono per dirle di raggiungerci ma lei è triste e mi dice che si sente sola, la comunicazione si interrompe o forse non è mai esistita - C’è sempre un attimo di tregua prima di ogni risveglio.
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