sabato 1 febbraio 2025

ZetaElle #22

 Arrivavano ancora riviste di design e architettura ad uno dei falsi indirizzi che lo scrittore aveva lasciato, ogni tanto qualcuno andava in quegli appartamenti e ci viveva, amici o amiche dello scrittore, a volte era lui stesso, travestito da vagabondo, a passare alcuni giorni fra quattro mura confortevoli, per poi perdersi ancora, rimettersi in viaggio, fuggire o svanire. 

Lo scrittore aveva deciso di passare l’estate fra le dune dalle parti di Torvajanica, si era portato dietro una piccola tenda e lo stretto necessario per sopravvivere alcune settimane. C’erano altri ragazzi intorno a lui che avevano avuto la sua stessa idea, solo che loro lo facevano per necessità. Per lo scrittore, invece, era solo un modo per inventarsi e inscenare un’altra vita. L’hashish non era un problema trovarlo, qualche sera giravano le pasticche, un paio di volte gli si erano sciolti sotto la lingua degli acidi. Mangiava quasi esclusivamente frutta, che andava a comprare da un arabo poco distante dal luogo in cui si trovava. Usava i cessi dei piccoli stabilimenti sulla spiaggia, una birra ogni tanto o un cocktail alla sera, le docce erano libere, il quaderno per gli appunti e gli scritti, qualche vestito, la maggior parte del tempo era in costume, sotto l’ombrellone e la notte su una stuoia. I ragazzi accendevano falò e facevano feste, la musica, le risate, le droghe. I finesettimana la spiaggia si riempiva di persone e cani. Gli altri giorni era più tranquillo starsene per i fatti propri o scambiare due chiacchiere con chi passava e veniva, rimaneva un po’ e poi scompariva. I profili dorati delle dolci e giovani ragazze, abbronzate e sorridenti, quando se ne stava seduto all’ombra di un chiosco e le vedeva passargli davanti, mentre lui osservava con calma cosa succedeva intorno, sorseggiando una birra, disegnando mentalmente personaggi che le poi le parole avrebbero delineato e lasciato sfumare nello scorrere delle pagine e del tempo. 

Loop anulari lungo il Grande Raccordo Mentale, giri psichici ad alta velocità ed alta definizione, ogni uscita la possibilità di un quartiere in cui le suggestioni metropolitane diventassero spunti narrativi. I riflessi sui palazzi, le vetrate degli uffici, quelle dei negozi di lampadari. L’ultima luce del sole in un mosaico di riverberi incandescenti, Gli sarebbe piaciuto vivere per qualche settimana dentro uno di quei negozi, giusto per vedere fino a che punto la realtà si potesse scindere nelle scintille del subconscio. Seduto su una poltrona. A chiacchierare con clienti invisibili.


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ZetaElle #24

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