lunedì 21 aprile 2025

ZetaElle #31

 Immagini oniriche di Lynn dalla Spagna, scatti mentali di sequenze notturne all’interno di palazzi d’epoca e feste e appartamenti, gigantografie oscure di volti ed espressioni mentre la pioggia trasformava le strade in fiumi di detriti e fango e macchine e lo scrittore era in procinto di imbarcarsi su una nave psicotropa per una traversata del subconscio, alla ricerca di sostanze, che avrebbe trovato da un ragazzo arabo seduto sul ponte per poi andare a rintanarsi nella sua cuccetta per fumare hashish e compiere i suoi rituali. 
L’ombra tornava a turbarlo, a impossessarsi del suo corpo, lasciandolo come rapito in un turbinio di sensi alterati, fino all’inevitabile oblio e alla stanchezza dei giorni seguenti, in cui lo scrittore giaceva senza energie su un divano, senza la minima voglia di uscire di casa e di fare niente, in attesa, in una parentesi di tempo che poi allargava attraverso i respiri, si immergeva e riemergeva dallo spazio interiore e la narrazione diveniva di nuovo fluida e così lo scrittore cominciava un nuovo viaggio nella memoria, sentendosi più vecchio dell’uomo che in realtà era.
Freddy era tornato negli Stati Uniti, dove si sarebbe occupato dei brogli elettorali necessari per creare il giusto livello di caos nelle imminenti elezioni presidenziali e Ahmad era riapparso all’improvviso, portando con sé nuovi ingenti quantitativi di denaro che in un momento dato sarebbero stati investiti in attività sovversive. Industrie di vernici come coperture del capitale per le strategie reazionarie che ogni stato doveva sovvenzionare per mantenere il folle equilibrio tra anarchia e forze conservatrici. I venti della destra si erano alzati e portavano il solito tanfo di morte. Il mondo forse si stava preparando al suo prossimo collasso e in alcuni, compreso Zito Luvumbo, speravano che fosse anche l’ultimo. I morti a Gaza e nella Striscia, l’interminabile guerra tra russi e ucraini, il cambiamento climatico che sembrava la giusta risposta della Terra alla barbarie e alla stupidità umana. Qualcuno lanciava preghiere affinché il Pianeta si riprendesse tutto quanto. Novembre era arrivato e pareva di essere in primavera, non male se non si ha un cazzo da fare e ci si dimentica di chi si è e di chi si è stati, non male passare le giornate sulla terrazza nell’attesa che nulla accada, fra libri da leggere e film da guardare. 
Lo scrittore riprendeva le sue attività, lentamente e senza fretta, i giorni si sgretolavano e non aveva più molto senso cercare di capire cosa fosse successo.

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