Sequenze di combattimenti fra le strade e persone in fuga, i rumori in lontananza degli spari e un senso di panico e come una vibrazione nell’aria calda di qualche città marina del Sud America o del sud della Spagna - Lo scrittore camminava confuso cercando posti dove nascondersi e anche la via di ritorno per la casa nella quale aveva passato la notte sembrava essersi smarrita - C’era stata la messinscena di un tradimento nascosto da parte di una donna nei confronti del suo amante e lo scrittore, in un momento di erotico abbandono, se la era ritrovata a cavalcioni sulla faccia mentre le leccava la fica umida, i battiti accellerati del cuore nel timore di essere scoperto e il sesso, in qualche modo, stava svanendo dalla sua vita, ne rimaneva una simulazione mentale, i suoi contatti erano ridotti al minimo, la sua esistenza monastica, i libri, il silenzio, la meditazione - Poi c’erano dei biglietti aerei in una borsa e qualcuno che doveva partire e un incontro ai tavoli di un bar e alcuni regali che venivano scambiati - E i dibattiti e le cene degli anarchici, ai quali lo scrittore partecipava, bevendo vino e ascoltando le loro parole e poi improvvisa arrivava la voce di mio padre, così chiara e leggera, mentre cantava, sembrava sgorgare da una sorgente nascosta nel suo corpo, cristallina, si espandeva nella stanza, in un fulgido movimento rettilineo, come una bandiera sonora da seguire e poi si alzavano le voci dei compagni e si inneggiavano altri canti e il vino girava e le gole e i cuori si scaldavano - I manuali per costruire armi ed esplosivi, le tecniche di guerriglia urbana, i libri di poesie, quelli di politica, i comunicati da stampare, le nuove strategie di difesa mediatica, l’annichilamento del capitale, la libertà dal lavoro, l’estasi della lotta armata - Si parte e si ritorna tutti insieme - Poi le strade, di nuovo, i ragazzi sulle scalinate di un centro sociale, la falce lunare nel cielo, il martello della musica techno, i compagni in prigione, lo scrittore camminava fra le strade della sua città, i doppi onirici distanti, seguito dall’ombra di sé stesso, le scritte di rivolta sui muri, l’oltraggio al pudore di un mondo senza più morale, Gideone libero, gridavano un tempo, chissà dove era andata a finire tutta quella rabbia, ospizi di sanpietrini stanchi e sconfitti, i prossimi incubi di una società allo stremo, piegata da sudicie mani, da danze suicide, il giornale chiuso sotto il braccio, una pistola nascosta, una stanza ancora lontana dove tornare.
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ZetaElle #32
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