lunedì 15 luglio 2013

Amsterdam #30



Klaus camminava a grandi passi nella stanza, che aveva riempito di foglie secche. Prese una pillola rossa dal tavolino scheggiato e se la mise in bocca. Iniziò a parlare con voce bassa e profonda, camminando lentamente, le foglie secche che si spezzavano, i suoi passi calcolati. Si fermò, lanciò un urlo, si mosse a scatti, come un invasato, poi iniziò ad insultare presenze invisibili, i suoi capelli lunghi, biondi, che gli arrivavano fino alle spalle si muovevano incontrollati, si fermò di nuovo, respirò, la rabbia circolava come una droga dentro le sue vene, sentiva l’adrenalina pulsargli in ogni parte del corpo, andò davanti allo specchio, bevve un bicchiere di vino, il suo volto era contratto in una espressione di dolore e follia, la giusta espressione, per fare inorridire il pubblico, per sconvolgerlo, voleva i loro insulti, le loro bestemmie, lo caricavano ancora di più, lo eccitavano, doveva dominare il pubblico, dominare ed essere dominato, era gesùcristo, avrebbe messo in croce e frustrato i suoi spettatori, sarebbe stato messo in croce e frustrato da loro. Urlò.

Il silenzio cadde nella stanza come le foglie morte sul suo pavimento.



Nessun commento:

Posta un commento

ZetaElle #28

  Tornato in città Zito Luvumbo si era ritrovato pieno di cose da fare e organizzare. Simulazioni di guerriglia urbane per le strade dei qua...