I pensieri scivolavano come
acqua, cercavo di fermarli o di dargli una direzione, loro precipitavano in un
vortice di immagini, mentre lui parlava
e mi lasciavo trascinare, poi portavo in alto un’intuizione, come fosse
un’onda luminosa, un attimo di perfetta comprensione, un’idea diversa eppure reale, un’isola di possibilità, piena di alberi maestosi, ramificazioni
mentali da cui sbocciavano gemme e arcobaleni, parlavamo, anche se le parole
erano inutili, potevamo seguire quel flusso di pensieri e avremmo potuto
seguirlo in silenzio, ma le parole scorrevano, impossibili da trattenere, in
forme e suoni sempre nuovi – la confusione, un buio improvviso, echi di stelle,
bagliori lontani, la mia mano invecchiata, le linee del destino perse tra le
rughe, ci saranno ancora frasi e poesie aggrappate ad una luna tagliente,
pronte a sacrificarsi, a dare la loro vita per me, frammenti di voci, ricordi
di un oblio appena nato, salgono le maree come canti orfici, un’alba di sale,
di lacrime asciutte, di sospiri d’amore tra carezze di sabbia.
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