lunedì 16 novembre 2020

Cigarrones #16

Non mi ricordavo il motivo ma mi ero ritrovato a camminare con Vittorio, Clarabelle e Glenn e stavamo andando dove era la sorgente dalla quale arrivava l’acqua che finiva alla fonte di Cigarrones (un tubo che usciva fuori da una roccia, con una pressione che sembrava quella delle ultime gocce di piscio quando uno si sgrulla il cazzo) - C’era stato un problema e Vittorio aveva una pala con sé e mi aveva detto che bisognava scavare un pò di terra per liberare i tubi o trovare l’acqua o qualcosa del genere, non che mi interessassero i dettagli (né tantomeno l’idea di mettermi a lavorare) ma era una bella giornata e avevo voglia di vedere un posto nuovo. Abbiamo seguito un vecchio sentiero, quello che attraversava le colline fino a Tablones e ogni tanto Vittorio si fermava e dava un paio di tiri dalla sua pipa (fumava erba) e raccontava qualche storia. Sulla cima della montagna che avevamo di fronte, stando a quello che diceva Vittorio, qualcuno aveva costruito una sorta di tempio buddista, per meditare, ricercare il vuoto, recitare mantra o forse più semplicemente assumere acidi in totale tranquillità. Mi venivano in mente monaci zen, giorni di nebbia, il tè verde servito in piccole tazze di porcellana decorate con motivi stilizzati, la calma dei pensieri e del cuore. Ogni inizio e ogni fine. Quando siamo arrivati alla sorgente, ci siamo accorti che era quasi secca, Vittorio ha spalato un pò di terra ma la situazione è rimasta la stessa, brutto segno, ho pensato, addio acqua dalla fonte, ora bisognava muovere il culo e andare con le taniche altrove. 

Poi siamo ridiscesi, camminavo dietro agli altri guardandomi intorno, dove sarei arrivato? Dove avrei trovato un posto in cui valesse veramente la pena fermarsi e vivere?

Vittorio aveva cominciato a raccontare un’altra storia, mi piaceva ascoltarlo, difficilmente si ripeteva, la luce del giorno era ancora forte e le nostre ombre si erano perdute chissà dove.

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