Io e Sara ci eravamo ritrovati all’interno di un palazzo che non conoscevamo, con la sensazione di essere come in un sogno, la testa leggera, il mistero di non sapere cosa sarebbe successo dopo, cosa avremmo trovato dietro il prossimo angolo e un uomo ci è venuto incontro e ci ha guidato fra corridoi in penombra verso il suo appartamento, un odore stantio di marijuana nell’aria e poi una porta che veniva aperta e delle stanze sono apparse, arredate miseramente e c’erano un mucchio di apparecchiature elettroniche sparse in quella che doveva essere la sala da pranzo e tendine abbassate e ho comprato una tastiera a Sara, apparentemente eravamo lì per questo motivo, lei l’ha provata, suonava bene, ho pagato l’uomo e ce ne siamo andati, ritrovando senza problemi l’uscita -. Poi eravamo seduti fuori da un bar, ad un tavolino, a prendere qualcosa da bere, abbiamo ordinato un carajilllo a testa, il mio con anice, abbiamo parlato e abbiamo riso, poi siamo saliti in macchina, avevo voglia di guidare e mi sono messo al volante, mi sono girato e ho baciato Sara, le ho messo una mano fra le cosce, aveva delle calze e le sue mutandine erano leggermente bagnate, mi è venuto duro quasi subito - Ho messo in moto con una erezione nei pantaloni e la strada ha iniziato a muoversi, c’erano riflessi lucenti ovunque e il mondo sembrava ancora brillare di tutte le gioie che la giovinezza promette solo perché il tempo te le possa portar via.
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