mercoledì 5 aprile 2023

Roma #35 (pigneto)

 Il rumore delle patatine sgranocchiate da un paio di imbecilli all’interno del cinema Aquila era ripetitivo, fastidioso, snervante, forse ancora di più delle parole che uscivano dalle bocche dei due ragazzi che le stavano mangiando - C’era una parete sulla quale erano affisse locandine di film e vicino ad ognuna di esse si poteva lasciare un commento, accanto a quella di Arancia Meccanica ho scritto “da cinebrivido” - C’erano un paio di lesbiche sul tram che mi stava portando al Pigneto, il 19 ad essere precisi, e sembravano assorbite totalmente dai loro mondi interiori e così ho lasciato la mia immaginazione libera di lavorare, perché ci fossero nuovi personaggi fra queste strade e ho comprato un pacchetto di cartine da un tabaccaio vicino al cinema e pioveva e il buio e la pioggia mi facevano ricordare i giorni passati e le mie fantasie di tossicodipendente lunatico ed era confortevole sapere che non avevo bisogno di nessuna sostanza e che mi sarebbero bastate un paio di birre per ritrovarmi in quella condizione psichica alterata e diversa in cui volevo essere - Non c’erano altre persone con cui volessi stare in questo momento e c’era la scatola blu di David Lynch ad aspettarmi in sala e me ne se sono fregato delle merdate circostanti, delle chiacchiere, delle stupide supposizioni di chi mi sarebbe stato intorno, c’era puzza di fogna nel foyer e niente alcol nel bar, che merda di cinema, avevo perso interesse in tutta una serie di stronzate ed era meglio così, le persone iniziavano ad uscire dalla sala e tra un pò sarei entrato in quel ventre visionario di immagini fuggenti, sedie bianche, scale nere, nulla da dire, ogni luogo nel quale sia possibile ancora fuggire, parole in fila, ricordi di vite passate, commenti dimenticati, poesie non scritte, la mano dello scrittore, il suo cuore, i suoi desideri, continuavo a dargli spazio, nei sogni e nella veglia, ce ne saremmo andati altrove, a un cero punto e tutto sarebbe cominciato a crollare di nuovo, frammenti, tagli, fughe e finzioni, le ombre delle tue mani su un muro, strade perdute, strade perdute, strade perdute.

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