martedì 11 aprile 2023

Roma #36

 Tutte bestie, urla una vecchia salendo sull’autobus, non che abbia torto, è questa un’antica verità che ogni tanto dobbiamo ricordarci, è anche possibile che sia la sua follia a farla parlare, l’avevo già incontrata nell’androne del palazzo dove vivevo, mi aveva fermato davanti all’ascensore e si era messa a raccontarmi del lavoro che aveva fatto per tutta la sua vita, la tassinara e a quanto pareva era stata la prima donna a Roma a guidare un taxi, l’avevo ascoltata per un paio di minuti, poi mi ero rotto i coglioni, l’avevo salutata ed ero salito a piedi fino al mio appartamento - Giorni di tossicodipendenze inventate, parentesi drogate dell’immaginazione, fantasiose sostanze tornavano a prendere il sopravvento, poi scenari erotici, indecenti teatri dell’osceno, primitive performance masturbatorie, perversi film mentali, interruzioni pubblicitarie e consumistiche nel flusso orgiastico di continue crisi di astinenza orgasmiche - Cose da comprare: cibo, alcol, prodotti per la casa, sigarette, cartine - Ancora fantasie erotiche, i bisogni del cazzo e quelli dei coglioni, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, trasformavamo le nostre illusioni in serie di sequenze di immagini pornografiche o qualcuno lo faceva per noi distruggendo così la potenza figurativa della nostra libido - Il tempo diventa umano solo quando viene raccontato diceva qualche santo e così continuavo a trasformare i momenti della mia vita in un romanzo frammentato e irrazionale, visionario e alterato - Le fermate dell’autobus sul quale stavo scrivendo seguivano un tragitto che già era diventato ordinario ma l’alcol e le sostanze scioglievano questo ordine e allora le strade, le vie, i quartieri e le città si aprivano ai loro doppi onirici e così ero libero di fuggire e perdermi, la chiave blu appesa alla cinta dei pantaloni, perché fosse possibile un ritorno a un luogo sicuro, una stanza, una casa protetta dalle insidie, dove rifugiarmi e poi ricominciare questa pazzia di nuovo.
Tutte bestie continuava a urlare la vecchia, quando qualcuno le se avvicinava troppo, condividevo il suo pensiero ma non la maniera acida e aggressiva in cui lo esprimeva - Altri gruppi di persone di cui non volevo fare parte, continuavo ad osservarli, quando ciò era possibile, chiacchiere e discorsi e alterchi e incomprensioni e ipocrisie e falsità e domande e risposte e tutto il circo di insulse sentenze senza senso - Osservavo i corpi degli attori, le loro espressioni, i gesti, non era male da un punto di vista estetico, ma i tesi e le battute lasciavano parecchio a desiderare - Sale cinematografiche vuote, comizi anarchici in piazze avvolte da alberi neri e spogli, l’alta ciminiera di una fabbrica nella notte piovosa, sapersi vendere, gli sguardi di intesa che ancora ricordavo, i significati impliciti di un’occhiata e le droghe, come sempre, i desideri che diventavano dipendenze, oscillavo da un contesto a un altro, attento allo stile e alla forma, era domenica mattina e non avevo la minima idea di come ci fossi arrivato. 

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