lunedì 29 aprile 2024
freewheelin' #80
domenica 28 aprile 2024
dream #142
venerdì 26 aprile 2024
dream #141
Eravamo in viaggio, su vagoni differenti e siamo arrivati in una stazione, per poi dividerci e mentre camminavo per vicoli e attraversavo piccole piazze piene di turisti mi chiedevo dove avrei passato la notte e ho provato a chiamare Luca per chiedergli dove fosse e c’era un lago che brillava oltre il profili delle palazzine d’epoca e ho pensato a Flavia e in una immagine mentale l’ho vista dirigersi verso di me per poi svanire tra la gente senza che avessimo avuto la possibilità di parlare - E c’era stata una festa a cui eravamo andati e gli incontri e quella particolare energia che solo l’adolescenza possiede e gli sguardi e le canne che giravano insieme ai bicchieri di birra e di vino - Stavo chiacchierando con Lorenzo e poi c’eri anche tu dall’altra parte di questa dimensione e ci siamo guardati e i flash improvvisi di una notte in cui eravamo in un locale ed eravamo rimasti da soli, perché non c’erano altre persone che conoscessi e ti eri seduta sulle mie ginocchia e io ti avevo abbracciato e poi eravamo usciti a fumare una sigaretta, passandocela, senza parlare, le stelle erano brillanti nel cielo ed era strano pensare che non ci saremmo più incontrati e che il futuro sarebbe stato la misteriosa assenza di tutto quello che ci aveva tenuto vicini.
domenica 21 aprile 2024
dream #140
Da qualche parte. Le chiacchierate con Lorenzo e anche la sua presenza, mentre siamo a una festa e vecchi amici passano sorridendo e non so perché Luca si sia arrabbiato e all’improvviso sia diventato così ostile e nervoso e abbia cercato di colpirmi mentre stavo tentando di capire cosa era successo - Ero su un balcone e qualcuno mi aveva passato una canna enorme da cui avevo fatto un paio di tiri per poi darla a chi avevo accanto - E poi una casa, che forse era la mia, con rapide scalinate che portavano da un piano a un altro e una donna che non conoscevo mi stava seguendo fino a quando non siamo arrivati in una stanza piena di luce, dove le ho detto di andarsene e di lasciarmi da solo - E Flavia, che arrivava alla festa molto tardi, salutandoci e fumando una sigaretta, mi ha dato un bacio sulle labbra, quando mi ha incrociato e poi sono rimasto in silenzio a guardarla andar via - E i suoi strani messaggi, come codici di un’alfabeto sconosciuto da decifrare e forse qualcuno era finito in strani giri di droga e non sapevo se ci sarebbe stata un’uscita da tutto questo - E ancora stazioni sotterranee e ritardi e quel perenne senso di perdita e di confusione da cui non riuscivo a liberarmi - E un ultimo sguardo e un ricordo accarezzato e svanito come la tua pelle e i volti smarriti dell’adolescenza e ancora strade, grovigli di strade, senza avere la minima idea di quale prendere e di dove andare.
venerdì 19 aprile 2024
Roma #45 (via veneto)
Non era rimasto molto della via Veneto degli anni sessanta, diversi alberghi erano andati in rovina, in alcuni stavano facendo dei lavori di rinnovo e chissà quando avrebbero riaperto - I platani ai bordi della strada erano imponenti e nelle giornate di sole risplendevano di silenzi perduti - Troppo vociare, troppe chiacchiere, troppo lusso, troppo inutile denaro - Sulle strade parallele e perpendicolari c’erano locali di secondo ordine, night club, li vedevo sempre chiusi ed emanavano una polverosa e sordida tristezza, lo scrittore avrebbe voluto popolarli di eccentrici e tossici personaggi ma sembrava svogliato mentre passava davanti all’Harry’s bar e non sentiva nessuna eco di risate o discorsi alcolici provenienti dalle notti insonni di sconosciuti poeti e magnati del petrolio ed eleganti spacciatori di eroina di prima qualità, qualche turista seduto ai tavoli esterni scivolava nell’apatia invernale e c’erano ancora consegne da fare e valigette da ritirare e appuntamenti con donne d’affari asiatiche e consoli sudamericani mentre il grande commercio delle sostanze continuava inarrestabile il suo ciclo.
Assumevo nuove identità per le differenti occasioni e tenevo un profilo basso, il più possibile anonimo, a volte aspettavo seduto nelle fermate di stazioni metropolitane semivuote, mettendomi a scrivere nell’attesa del prossimo incontro. Qualcuno mi aveva detto cosa fare e senza pensarci troppo avevo eseguito ed ero stato pagato e mi ero ritrovato in luoghi che non conoscevo, a compiere azioni che mai avrei creduto di avere il coraggio di portare a termine.
Altre volte i giorni si susseguivano senza un copione stabilito, altre ancora me ne rimanevo a casa a leggere, in solitudine, osservando i cambiamenti della luce fuori della finestra e i giochi vibranti delle ombre sui muri. Era inverno e la mia anima era spoglia e cercava nei ricordi qualcosa di smarrito.
Poi l’ora arrivava ed ero in movimento e le persone mi scivolavano addosso e mi guardavo intorno e sembrava inconsistente la realtà e il suo doppio alterato, quando i minuti si frantumavano e il presente si scioglieva nelle vene e nel sangue… Era finito l’inchiostro della penna, lo scrittore sorrideva, il prossimo treno sotterraneo stava arrivando, per portarmi, ancora, da nessuna parte.
martedì 16 aprile 2024
dream #139
La classe era piena di energia e ancora una volta l’avrei dovuta incanalare nella maniera giusta e trasformarla nella spinta che avrebbe fatto andare avanti la lezione. Prima però dovevo prendere i pennarelli nuovi e così sono uscito. La scuola era enorme. I corridoi anche. Poi ho visto Hannah che mi stava venendo incontro con i pennarelli in mano. Sorridendo, completamente nuda.
domenica 14 aprile 2024
Roma #44 (talenti)
ZetaElle #28
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