Un paio di foto di Sara in cui le si vedevano i piedi, le piante dei piedi e che mi aveva mandato sul cellulare (che non riuscivo più a trovare) e quelle foto erano diventate immagini mentali mentre camminavo per un enorme albergo all’aperto, nella ricerca di una doccia libera in cui lavarmi - Ce ne era una su una pedana rialzata, in una complessa struttura a più livelli, con scale che portavano da uno all’altro, avevo lasciato i miei vestiti in un cabina e poi mi ero diretto verso la doccia, con un asciugamano legato ai fianchi, salendo alcuni gradini - Da lì si potevano vedere le camere degli edifici che si affacciavano sull’altro lato dell’albergo, alcune persone erano sedute nei piccoli terrazzi fuori dalle finestre scorrevoli, rilassandosi con un bicchiere in mano, mi stava venendo una erezione - Stavo camminando in un’altra area dell’albergo e avevo addosso solo un costume da bagno, la solita sensazione di smarrimento si era impossessata di me mentre gli scenari cambiavano e forse avrei solo dovuto accettare che quella realtà fosse così, in continuo mutamento, insolita e misteriosa, affascinante e irrazionale e che non esisteva nessuna paura perché non c’era nessun luogo nel quale arrivare, l’angoscia era solo un trucco della mia mente - Ero seduto fuori da un negozio di Via Veneto, chiuso per lavori di ristrutturazione, vedevo le altre persone che mi passavano davanti, avrei potuto essere un mendicante o un miserabile invece di un insegnante in attesa di salire dalla sua facoltosa cliente orientale e non ci sarebbe stata nessuna differenza, un altro me stesso continuava i suoi vagabondaggi, prima che lo raggiungessi per continuare il cammino insieme a lui.
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