Altri
schemi e ragnatele mentali e percorsi in cui avevo costretto il tempo a
scorrere, i gesti ripetuti che ancora possedevano una loro impronta nel corpo,
gli echi dei corridoi di un ufficio, i volti che ignoravo, i discorsi da cui
fuggivo impaurito, l’improvvisa apparizione di un meraviglioso e gigantesco
albero di limoni, in un cortile onirico, la luce che arrivava obliqua e tenue e
quella strana sensazione di solitudine, il ricordo di un bisogno, amici da
chiamare al telefono e una stanza silenziosa, le tende viola tirate e la neve
fuori e le strade di una città lontana, le architetture trasformate all’interno
dello spazio fotografico, quelle linee erano un linguaggio d’immaginazione che
attendeva di essere trascritto da qualche parte, mancavano personaggi e
dialoghi, c’erano possibili sequenze che andavano girate, attori invisibili che
si muovevano in attesa di una direzione, il regista rimaneva in disparte,
chiuso nei propri pensieri, la proiezione di un film privato, mai visto, creato
e distrutto nell’attimo stesso in cui fasci luminosi si perdevano nel buio, uno
specchio vuoto, senza riflessi, i giochi che con gli anni abbiamo dimenticato,
le ossessioni ricostruite attraverso bizzarri rituali erotici, forme di
adorazione primitiva, potevo attraversare il tempo, vedere il tuo volto di
ragazza, quegli stessi occhi azzurri che mi guardavano, lo splendore di un’anima
che mi aveva accolto dentro se stessa, le
minacce del passato, il tunnel della psiche, la moquette sui pavimenti
dove camminare a piedi nudi, i libri sul tavolo della cucina, le sigarette
spente, le strisce bianche su una superficie di puri riflessi, i cristalli di ghiaccio
impressi sulle dita, vagare tra gli edifici appena costruiti, nascondersi tra
le rovine delle vecchie fabbriche, ogni vita che è fuggita oltre la realtà,
ogni attimo che hai visto disintegrarsi oltre la vista, hai cercato di
rimettere insieme i frammenti, non avevi nessuna idea di come fare, qualcuno ti
ha portata in una stanza bianca, ti ha dato un quaderno e una penna, scrivi, ti
ha sussurrato, scrivi tutto, ora hai un modo per trasformare il dolore e la
paura, per rendere il disordine comprensibile al tuo cuore.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ZetaElle #28
Tornato in città Zito Luvumbo si era ritrovato pieno di cose da fare e organizzare. Simulazioni di guerriglia urbane per le strade dei qua...
-
I dolori iniziano lunedì mattina, al lavoro. Durante la lezione mi tocco il lato destro della bocca e sento crescere una...
-
Ce l’hai una sigaretta? - chiede il tossico. Non fumo, mi dispiace – rispondo. Allora che me la vai a cercare? No, non ho quest...
-
Per capire il significato di quella perdita dovresti passare almeno cinque o sei anni con una stessa persona e vederla tutti i giorn...
Nessun commento:
Posta un commento