Sono a casa di mia madre e stiamo parlando,
le chiedo cosa devo fare per avere una nuova carta d‘identità, lei mi spiega
dove andare – cammino fino a una villa dove c’è l’ufficio per fare i documenti,
passo in uno stretto tunnel e all’uscita mi trovo davanti a degli enormi scavi
per una stazione metropolitana di cui non mi ricordava l’esistenza – osservo
quello che sembra essere il fianco di una collina, da molto in basso, ci sono
tante persone intorno a me che si muovono, cerco di capire come risalire verso
la superficie, percorro dei corridoi ma alla fine mi perdo, arrivo in una zona
buia, c’è una porta, è quella di un gabinetto, la apro e entro, c’è un
lavandino, mi sciacquo le mani, poi esco e trovo una scala mobile, salgo
velocemente verso l’alto, poi sono dentro i corridoi dell’ufficio, ci sono
delle custodie di chitarre aperte, poggiate sul pavimento, piene di terra e
piante, arrivo in una sala, c’è un uomo in piedi che sta chiedendo ai presenti
se abbiano il codice per avare la carta di identità, rimango immobile a
guardarlo, senza rispondere – mia nonna e mia madre stanno parlando nella sala
da pranzo di casa, mi chiedono quanto rimarrò e se voglio andare con loro ad
Aphex, all’inizio sembro accettare, poi mi vengono dei dubbi e gli dico che
preferisco rimanere in città, è caldo, deve essere estate, penso a quello che
devo fare prima di tornare in Galles, mi ricordo che devo avvertire Bea e
mandargli un messaggio – mi alzo dal letto e c’è un ragazzo sdraiato per terra
che mi offre una pipa, faccio un paio di tiri, erba, poi mi vesto e sono di
nuovo in giro per le strade della città, senza sapere assolutamente dove andare
– sto parlando con Lynn e lei mi dice che devo rimanere con lei, siamo fuori da
un cottage, in una vallata, discutiamo a lungo e le nostre parole svaniscono nell’aria,
ci sono i suoi occhi che mi guardano e poi solo il verde senza fine dei prati.
venerdì 21 luglio 2017
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