Cammino per una strada senza persone, sopra una macchina trovo una giacca a quadri, rossi e neri, mi guardo intorno e la prendo, poi me la infilo e continuo a camminare, mi accorgo di essere arrivato vicino al mio vecchio ufficio, cambio direzione e attraverso vie secondarie, poi mi ritrovo in un cortile, entro in una porta e scendo delle scale, è buio e ho una spiacevole sensazione, alla fine delle scale c’è un bagno e un altro paio di stanze oscure e umide, forse usano questi luoghi per la coltivazione clandestina di funghi allucinogeni, cerco di tornare nel cortile, sono pervaso da strani pensieri di smarrimento, poi sono fuori, da qualche altra parte, continuo a camminare, arrivo davanti alla porta di Sofia, lei apre e mi fa entrare, c’è un letto sulla parete destra e sembra che adesso lei viva lì, ci sediamo a un tavolo, mi sento attratto da lei, la bacio, la accarezzo, lei tira fuori dei soldi e li posa sul tavolo, ci guardiamo, poi entra un uomo cinese, si siede accanto a noi e comincia a succhiarmi le dita della mano, poi si alza e se ne va, Sofia mi dice che deve uscire, deve andare da un suo cliente, mi dice che anche io devo andare via e che posso tornare da lei fra un paio d’ore, ci abbracciamo, in piedi, le metto una mano fra le cosce, ha delle calze e sono bagnate, poi esco e cerco di dirigermi verso la casa dove abitavo a San Lorenzo, è ancora Roma, nel suo doppio onirico, mi fermo in un vicolo, indosso ancora la giacca a quadri, in una delle tasche trovo un portafogli, ci sono dei biglietti di carta dentro ma nessuna banconota, nella parte per le monete trovo delle piccole palline nere, le annuso, è hashish, chiudo il portafogli e lo metto nella tasca dei pantaloni, mi tolgo la giacca e la lascio su una macchina, mi guardo intorno e non c’è nessuno, cammino ancora, non so più dove sono, ancora palazzi, poi qualcuno che mi chiama e mi pone una domanda, non rispondo, ci avviamo insieme verso una scuola, camminando vicini in un silenzio fatto di edifici e strade sconosciute.
giovedì 13 dicembre 2018
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