domenica 10 novembre 2019

Bryn y Blodau #10

Piani di guerriglia alimentare, onirica ed erotica, campi coltivati nascosti fra le colline ondulate, le piantagioni di marijuana e oppio, le tute mimetiche indossate da Keith nelle giornate di grigiore e desolazione, gli incontri clandestini, i gruppi armati di disperazione e miseria, gli atti rivoluzionari disposti in ordine casuale nelle militanti menti da droghe alterate, sostanze psicotrope, sintetiche, polveri chimiche, laboratori allestiti all’interno di baracche isolate nei boschi, le reti di contatti, i nomi in codice, le previsioni apocalittiche di Ian, il suo umorismo nero, i teepee innalzati nella notte, i sentieri misteriosi dell’universo attraversati da stelle cadenti, le tue preghiere, le tue lacrime, le maree dei ricordi che risalivano lungo terre sconosciute, uomini di potere attendevano il nostro arrivo in abitazioni circolari che reinventavano la geometria piana attraverso teoremi indotti dalla mescalina, poi deliri suburbani nei viaggi orizzontali da stazione a stazione, le memorie confuse di anni trascorsi nella metamorfosi dei metalli pesanti, del corpo e del pensiero di una farfalla a forma di frattale danzante, gli appunti, i taccuini, i vestiti strappati, le false identità, le fughe, i ripari, le storie custodite nel cuore, quelle stracciate, quelle ripetute, gli schemi di stordimento visivo, gli schermi a rinchiudere lo sguardo in bisogni irreali, le crisi, le astinenze, le telefonate in francese, la scrittura fiorita dettata dal subconscio, i diari dei giorni perduti, le onde silenziose, le proteste mute, gli spazi sonori che qualcuno ancora disturbava con grida e imprecazioni infantili, i codici sovversivi, i calendari maya che svelavano le date esatte in cui consegnare il mondo e la nostra razza alle fiamme, le bombe inesplose nelle strade di metropoli abbandonate, le deflagrazioni fognarie delle nostre coscienze in avanzato stato di psicoputrefazione, città di labirintiche biblioteche stordite, cani al guinzaglio, labbra spaccate, le botte, i calci e i pugni, vetri rotti nelle finestre che la giovinezza aveva aperto e poi abbandonato, le fabbriche diroccate, l’immagine roca di un urlo, una bandiera divelta, le folle senza lavoro, i miserabili che laceravano i veli di sporcizia che ricoprivano i loro corpi deformi, gli inganni dei secoli e dei loro falsi nomi, le bugie di propagande inventate da folgoranti mercanti di gloria, i volti enormi, le statue decapitate, il flusso delle parole, il rincorrersi dei sussulti dell’anima, un domani mi ritroverò lontano da te e dal tuo letto disfatto, una resa, un ultimo orgasmo, i colori dell’alba, il rumore della pioggia, quello che resta della tua pelle nascosta, il suo odore, il modo in cui mi hai insegnato ad amarti un istante prima di addormentarmi nell’abbraccio di un’oscurità femminea e suadente. 

Nessun commento:

Posta un commento

ZetaElle #32

  Sequenze di combattimenti fra le strade e persone in fuga, i rumori in lontananza degli spari e un senso di panico e come una vibrazione n...