giovedì 14 novembre 2019

Bryn y Blodau #11

Crisi isteriche notturne, ketamina in circolo, risate psicotiche come echi di frasi spezzate, corrosioni neuronali, cortocircuiti sinaptici in cervelli alterati, lo spazio circoscritto da un’avanguardia rurale, maschere e travestimenti, gli enormi amplificatori, le gigantesche casse, le vibrazioni sonore, le apparecchiature elettroniche, il giorno e la notte e il loro sovrapporsi, il continuo vociare, le scie bianche dei pensieri, i cerchi di fuoco, gli equilibristi della psiche in erezioni circensi, circoncisioni e circonferenze illusorie, le geometrie cognitive tessute nell’aria, i cessi di legno, le teste di pesce che parlavano da vasche di immaginazione privata, deprivazione e depravazione, toccheremo ancora il fondo, disse qualcuno, poi le letargiche attese nascosto sotto coperte e pelli di bisonte, le pianure selvagge di luoghi mai esistiti, le interminabili discussioni con Ian, le bolle di pensiero, una dentro l’altra, scatole cinesi e bambole russe in estasi sessuali da rivoluzione bolscevica, non c’è via di uscita e nemmeno d’entrata, disse sogghignando un uomo dai baffi a manubrio, poi fughe e biciclette smarrite su strade in cui l’estate non sembrava mai terminare, mio padre e mia madre ancora in viaggio oltre ogni mio possibile sentimento, ci saremmo scritti e rivisti nei sogni, ci saremmo lasciati andar via, i nuovi incontri annulleranno il tempo e il suo ciclico danzare, stretti l’uno all’altra, io e Samara, attraversavamo superfici epidermiche e sentimentali, ci sorridevamo, ci ignoravamo, ci abbracciavamo di nuovo in una folle intensità di azioni ed emozioni sul palcoscenico della sua casateatro, una donna era un vortice che lasciava il mondo in perenne rotazione, attrazioni e repulsioni, planimetrie agricole rivoluzionarie e guerriglie spirituali, red path, canti indigeni, numerologie cabalistiche, gli alberi fluttuanti in realtà parallele, identità multiple, lo scrittore era qui, la penna e il taccuino nero e sarebbe stato ancora lui l’origine e la fine di ogni parola amata e perduta.

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