domenica 12 luglio 2020

Cigarrones #10

Vagare nel deserto, riposarsi nelle oasi inventate dagli occhi, miraggi, cammini secolari fra le pietre, le promesse dorate delle dune - i tossici inglesi nascosti in camion arrugginiti, i resti proibiti di festival andati distrutti fra deviazioni lisergiche e bombardamenti militari - pianteremo degli alberi per dimostrare che l’anarchia è morta, sentenziavano gli uomini senzasorriso, i semi della rivolta li nasconderemo nelle istituzioni gitane, pensavano i sovversivi nei loro vestiti rosa, poi macchine rubate e abbandonate, furti esistenziali, di stile, scrittori come vagabondi tra le pagine della cultura beat - ogni cosa si mischiava, si illuminava, perdeva i suoi confini tattili, le linee dei disegni si facevano più confuse, come quelle dei corpi e poi le fotografie scattate in bianco e nero, la profondità improvvisa di una sessualità animalesca, le giovani ragazze non possedevano nulla al loro interno se non  il riflesso dello splendore delle loro apparenze - ero stanco di discussioni, di dipendenze, della ruota, della scimmia che saliva sulla schiena e ti diceva cosa fare - i pezzi di un documentario incompiuto giacevano confusi sul pavimento della sala montaggio cerebrale, mascherine sul volto, banditi&briganti, alcuni di loro sepolti nella valle, i depositi delle armi, le bombe, i fucili in spalla, iniziava a fare caldo e l’atteggiamento imperialista dei figli di puttana britannici aveva cominciato a scassarmi il cazzo - luoghi di quiete per scrivere, per osservare il silenzio, per sedersi e respirare senza troppe voci intorno - progettavo la prossima fuga, senza paura, senza preoccupazioni, i giorni che si susseguivano avevano un peso di ore che evaporava fra sogni e ricordi e una bellezza il cui riverbero mi accarezzava il cuore - pochi orgasmi, nessun contatto sessuale, le fantasie danzavano ancora oltre le mie stesse distrutte abitudini - salutavo l’alba, mi sbronzavo se l’estasi dionisiaca lo voleva, guardavo oltre le montagne, i profili di un mondo di cui avevo dimenticato l’esistenza, le moschee del passato, i fulgidi minareti di una fede perduta.


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