venerdì 17 luglio 2020

Cigarrones #12

Il vento spazzava via i pensieri o li faceva turbinare in amplessi aerostatici, le nuvole scivolavano sulle cime delle montagne come enormi e lenti e striscianti lumache - profili medievali di animali alchemici - macchine in ogni direzione, le prove del gruppo rock psichedelico di Alfie nel truck di Tim, attrezzato per improvvisazioni lisergiche ed esibizioni di creatività sonore spontanee, Maeve preparava i suoi costumi di scena, copricapi con tubi che oscillavano nel vuoto della notte, antenne cilindriche capaci di trasmettere e ricevere messaggi e codici di divinità aliene e dimenticate - la tenda volteggiava nel buio in una folle danza di spazi flessibili e pieghevoli - avevo iniziato a stancarmi di tutta questa instabilità percettiva, mi ero alzato e mi ero andato a stendere sul divano viola nell’area in cui una volta alla settimana allestivamo il nostro mercatino di allucinazioni e sogni infranti, le lamiere battevano le mani, applaudivano oscene all’arrivo della mia figura onirica, le cosce nude di Emma che me lo facevano venire duro, quando le accavallava o si piegava in avanti e le vedevo il culo e le mutandine nere infilate nel mezzo, occhi azzurri invitanti, erezioni sotto gli alberi, lungo il fiume, fra le rocce - le passeggiate fino a Orgiva, gli incontri con  i bizzarri personaggi che si muovevano fra le sue vie, le mattinate passate a scrivere o a lavorare sulle mie fotografie all’interno del patio del Viejo Molino, le birre con Paul, il vino alla sera con Lolo e Alfie e chi capitava fra noi, le lucenti risate alcoliche, i giorni che svanivano nel tempo, racconti perduti fra le dita, i misteri di ogni direzione smarrita, il diario di un vagabondo, le memorie di un lunatico, i libri di fantasie proibite e lussuose astrazioni, un cinema abbandonato, un film da realizzare nella propria mente, gocce sotto la lingua di sostanze sperimentali a base di psilocibina, il silenzio a correggere ogni parola infranta e dolente, spoglie verità su letti di significati assenti e fuggiti nell’oscurità di anime inquiete, di corpi mai esistiti e solamente indossati.


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