Ancora stazioni e ancora partenze a cui arrivavo in anticipo, fuggendo da un sogno o da una realtà che finiva sempre per stancarmi - Girandole e miriadi di incontri e nuove costellazioni umane che brillavano nell’oscurità di una notte alcolica e sguardi e sorrisi e cadute e frane interiori e solitarie macerie in cui scavare per poi rimetterne insieme i pezzi in segrete e fantasiose combinazioni, rimaneva sempre una maschera a ridere o a piangere, dietro la quale tenevo custodita la mia identità e poi porte misteriose che aprivo e chiudevo e passaggi e crepe e infinite combinazioni che si ripetevano in sequenze oniriche, a cui mi abbandonavo, da cui rubavo immagini e dettagli - Qualcuno ritornava dal passato, la stessa essenza, le stesse dita nervose, gli occhi come specchi, quanto ci avrei messo a perdermi ancora?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
dream #144
Vicoli di piccoli paesi in cui camminare e forse perdersi. Improvvise aperture su paesaggi campestri mentre le ore dell’alba e del tramont...
-
I dolori iniziano lunedì mattina, al lavoro. Durante la lezione mi tocco il lato destro della bocca e sento crescere una...
-
Le attese nel sottosuolo e quelle in superficie e grandi uffici in cui il tempo si sgretolava in rumori e sequenze e rumori elettronici - ...
-
Era un mondo misterioso e proibito che appariva e scompariva, alla sera, poi durante la notte, momenti in cui la casa e le sue stanze, in ...
Nessun commento:
Posta un commento