Il
verde era ondulato e variava in diverse tonalità, quando la luce lo abbracciava
e i confini delle colline toccavano i limiti di un cielo basso e azzurro, dove
le nuvole erano sospese e assumevano forme grottesche. Gli alberi oscillavano,
con i fiori che sussurravano le dolci parole della primavera, piccole case di
pietra e mattoni, sedute sui bordi delle strade. Nuove aperture dello sguardo,
le staccionate di legno a dividere la terra, i paesaggi conosciuti in sogno, l’ombra
di una mano che si allunga nel giorno fino a sfiorare le gemme dei rami ancora
spogli. Gli occhi azzurri di un uomo anziano, le sfumature meravigliose di un
mare interiore, il silenzio di un’antica libreria, le miniature nei vecchi
manoscritti, le illustrazioni anatomiche, i codici medievali simili a mandala
buddisti. Le macchie di colore sul pavimento di una chiesa e la musica che
riempie le alte navate, ho acceso una candela e recitato nella mia mente una
preghiera, tutte le persone a cui avevo donato il mio tempo negli ultimi anni
erano scomparse, ci eravamo incontrati in una maniera così imprevedibile, non
ricordavo più i loro nomi, erano stati così tanti, centinaia di volti, occhi,
respiri e voci. Che io possa proseguire ancora sulla mia strada, che possa
essere uno straniero come voi lo siete stati nella mia terra, solo un’ombra
solitaria tra migliaia di corpi senza nome.
giovedì 14 luglio 2016
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