Le
piante del deserto erano gigantesche e le loro foglie carnose, lingue e
tentacoli di una piovra vegetale che si muovevano sinuose nell’aria
accarezzandomi la pelle e ogni pianta possedeva una sua precisa geometria nel
modo in cui si formava nel vuoto, c’erano disegni concentrici che ruotavano
intorno ad un punto e mandala infiniti nella mente di chi le aveva create e le
mie visioni prendevano quelle stesse strutture, caleidoscopi che si ripetevano,
proporzioni alterate e cambi di prospettiva improvvisi e oltre queste immagini
il suono costante, a basse frequenze, della marea che cominciava a salire, nascondendo
strade di pietra e sentieri, cancellando le tracce che mi avevano portato fino
a questo giardino segreto, i pensieri che si ramificavano in piani di spazio e
tempo sconosciuti, il limite brillante di un’idea, il suo fiorire in una realtà
senza più nessun significato se non quello puro e immediato di percezioni
assolute.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ZetaElle #32
Sequenze di combattimenti fra le strade e persone in fuga, i rumori in lontananza degli spari e un senso di panico e come una vibrazione n...
-
I dolori iniziano lunedì mattina, al lavoro. Durante la lezione mi tocco il lato destro della bocca e sento crescere una...
-
Per capire il significato di quella perdita dovresti passare almeno cinque o sei anni con una stessa persona e vederla tutti i giorn...
-
Ce l’hai una sigaretta? - chiede il tossico. Non fumo, mi dispiace – rispondo. Allora che me la vai a cercare? No, non ho quest...
Nessun commento:
Posta un commento