Le
note di una canzone dei Gomez, Tijuana Lady
e i ricordi della mia stanza, quando ero un ragazzo e Flavia era venuta una
sera ad alleggerire il mio cuore per poi farlo sprofondare in un abisso ancora
più oscuro. Mi sono ritrovato in una casa di cui non avevo neanche immaginato
l’esistenza e la solitudine era ancora il luogo che più preferivo e fuori pioveva
e il cielo grigio abbracciava le colline e il loro amore sembrava essere così
sincero e passeggiavo lungo i sentieri del mondo, perso nei pensieri che sempre
affollavano la mente, tra passato e
futuro e un piccolo ramo è caduto per terra, proprio davanti a me,
richiamando la mia attenzione, ricordandomi di concentrarmi sul presente e
allora ho respirato e mi sono guardato intorno e c’era solo quello che avevo
davanti e il fiume delle immagini mentali si è fermato e ho ringraziato
l’albero per la sua pazienza, tutte queste preoccupazioni che finiamo per far
diventare la nostra vita, tutte queste risate e queste lacrime che trasformano
il nostro volto, dietro la maschera ci sono occhi immobili e puri, capaci di
vedere oltre le apparenze, il vuoto che brilla di luce soffusa.
lunedì 12 settembre 2016
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