Ace
parlava con Paul, probabilmente di droga, mentre erano seduti davanti a un
bidone dove qualcuno aveva acceso un fuoco. Paul aveva gonfiato palloncini con
ossido nitroso per tutta la notte, dentro la sala in cui le persone ballavano,
le luci stroboscopiche vorticavano nel buio e Luna danzava a occhi chiusi, il
corpo magico che si muoveva nello spazio che la musica creava. Luke faceva
girare i dischi e dalle normi casse arrivavano vibrazioni che attraversavano la
pelle, i colpi dei bassi ti facevano allargare lo stomaco e potevi sentire
quelle pulsazioni espandersi dentro di te. Bea mi aveva dato una cartina
piegata con dentro dell’emmedi, l’avevo inghiottita con un sorso di birra,
eravamo seduti su un tappeto disteso sull’erba e la luce era chiara e pura e
faceva risplendere la realtà, i colori avevano un’intensità diversa, qualcuno
si sedeva a chiacchierare con lei, ascoltavo parti dei discorsi, mi guardavo
intorno, non avevo mai molta voglia di parlare, rimanevo in silenzio, lasciando
che il tempo fluisse. Chris Crusher aveva pantaloni e maglietta attillati con geometrici
disegni in bianco e nero, la sua voce era calma, calda e suadente, lo osservavo
sempre con molto interesse, mi aveva passato un dito sul petto, durante la
notte, poi il suo volto e quello di Bea che mi guardavano e mi dicevano di
stare tranquillo, ero sdraiato per terra, avevo perso i sensi per alcuni
minuti, un calo di pressione, gli dicevo che stavo bene, poi mi ero messo seduto
e tutto sembrava di nuovo normale e non c’era nulla di cui preoccuparsi, avevo
bevuto un liquore a base di prugne, su un divano, sommerso dai pensieri del
sole, una donna me lo aveva passato, molto più grande di me, i vestiti colorati
e lucenti, i piedi nudi che me lo facevano venire duro, qualcuno faceva girare
una canna d’erba, ringraziavo e davo un paio di tiri, poi tornavo dentro me
stesso, Matt era sdraiato su un altro divano, gli occhiali da sole, mi chiedevo
se fosse sveglio o meno, poi era in piedi con i suoi strumenti da giocoliere,
mentre provava alcuni esercizi, gli avevo chiesto che fine avesse fatto il suo
furgone, si era rotto e adesso era fermo da qualche parte, la stagione dei
festival stava per iniziare, avrebbe trovato un altro modo per rimettersi in
movimento e continuare questo scherzo in cui tutti finivamo per essere
intrappolati, bisognava pur dirla una parola, fosse anche un saluto o
un’osservazione senza senso, era difficile in alcuni momenti smetterla con
l’immaginazione e cercare di afferrare un appiglio di concretezza, ma poi i
personaggi tornavano a essere più dettagliati delle persone e lo scrittore gli
dava vita e spessore, i dialoghi li recitava nella mente e costruiva brevi
sequenze che avrebbe poi montato in seguito. Gli occhi di Carl erano spiritati,
il volto tirato, diversi stimolanti lo spingevano sempre più in alto, si
sarebbe potuto staccare da terra e camminare nell’aria, i rumori delle narici
che tiravano, la polvere bianca che veniva risucchiata dentro una banconota
arrotolata, c’erano scatolette di metallo piene di sostanze, la musica
continuava ad arrivare, viaggiando tra gli anni, gli stili e i generi e Chris
Crusher era entrato nella grande tenda con la sua borsa e i suoi dischi,
miscele sonore di funk, jungle e soul e il giorno in cui Ace aveva deciso di
smetterla con l’insegnamento e aveva spalancato le finestre delle classi in cui
qualcuno lo aveva rinchiuso per anni e non c’erano state più domande, era
uscito dalla scuola e aveva indossato degli occhiali dalle lenti scure, poi era
scomparso da qualche parte, i contatti per le droghe, i libri da leggere, le
conversazioni private/pubbliche registrate su dei nastri analogici, c’era
ancora l’idea di scrivere un romanzo usando quelle registrazioni, quando il
materiale sarebbe stato sufficiente, qualcuno mi passa un'altra mezza pillola
blu, è sera o mattina? Chiedo a un ragazzo accanto a me, la luce è identica e
le percezioni temporali sono alterate, butto giù la mezza blu con un sorso di
birra e cammino nelle stanze dei miei ricordi, sorrido quando qualcuno mi
parla, Paul sta ancora gonfiando palloncini e gli altri ci si attaccano e
inspirano ed espirano il gas esilarante, gli occhi di Paul sono famelici,
allucinazioni che divorano la vista, gli manca un dente e indossa uno strano
berretto che lo fa sembrare un coniglio, respiro il gas quattro o cinque volte
e la testa mi diventa leggera, un breve flash di ebbrezza, poi un uomo con un
cappello da cowboy mi offre una striscia di emmedì, ringrazio, tiro e torno a
ballare. C’è Robin nei suoi vestiti da donna, ogni dettaglio minimamente
curato, ha degli occhiali con delle lenti pentagonali blu, gli anelli alle
dita, trasformazioni notturne, quando è la sua metà femminile a trovare
fantasiose e bizzarre forme espressive, poi di giorno torna ad essere il
gentiluomo di campagna di fine ottocento, seduto in disparte a fumare erba.
Stavo perdendo la mia identità e osservavo scenari psichici e cambi di
comportamento, le sostanze modificavano le persone e forse anche me stesso, in
quelle nuove possibilità di esistenze che mi apparivano ogni volta come fosse
la prima non avevo nulla da dire, non trovavo spazio per esprimermi perché
semplicemente avevo scordato tutte le parole, non c’era un passato che volessi
raccontare e neanche un futuro che volevo raggiungere, c’era questa bolla di
tempo e immagini e io mi trovavo seduto nel suo centro, completamente vuoto e
trasparente, fluttuavo tra gli altri, giorno dopo giorno, perdendo sempre di
più consistenza. C’erano degli appunti, delle note scritte da qualche parte,
visi che si nascondevano nei sogni e nella memoria, era bello starsene per i
fatti propri, sorridere, lasciare che ognuno proseguisse il suo cammino, faceva
più freddo e le ombre stavano arrivando, mi sono seduto vicino al fuoco, Ace era
alla mia sinistra, ha detto qualcosa che ho pensato fosse divertente, poi ha
acceso la canna spenta che aveva in mano, ha guardato il cielo, anche i nomi
che davamo alle stelle sarebbero stati dimenticati, nell’oblio e nella
nostalgia del loro suono ancestrale.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ZetaElle #32
Sequenze di combattimenti fra le strade e persone in fuga, i rumori in lontananza degli spari e un senso di panico e come una vibrazione n...
-
I dolori iniziano lunedì mattina, al lavoro. Durante la lezione mi tocco il lato destro della bocca e sento crescere una...
-
Ce l’hai una sigaretta? - chiede il tossico. Non fumo, mi dispiace – rispondo. Allora che me la vai a cercare? No, non ho quest...
-
Per capire il significato di quella perdita dovresti passare almeno cinque o sei anni con una stessa persona e vederla tutti i giorn...
Nessun commento:
Posta un commento