Marina sorrideva, sembrava felice, aveva i capelli lunghi ed era incinta, lei e Marta mi avevano trovato seduto fuori da un bar, a un tavolino, le avevo viste arrivare insieme - Nella classe Matteo mi rimproverava di essere in ritardo e mi diceva che non potevo fare sempre come mi pareva, me ne sono andato e mi sono perso nei corridoi di una vecchia scuola - Per le strade provavo una strana agitazione, il pulsare interiore di un desiderio, volevo rivedere Marina e lei era ancora seduta fuori dal bar, così mi sono avvicinato, l’ho guardata negli occhi e sono rimasto in silenzio - Ero in un letto, Sara era sdraiata accanto a me, eravamo vestiti, lei mi parlava, c’era anche un gatto nella stanza, è salito sul letto e ha cominciato a graffiarmi, ti piace il dolore? Mi ha chiesto Sara - C’era un mercato, mi ero svegliato presto e volevo andarci per fare delle fotografie, quando sono arrivato ancora non c’era nessuno, così sono tornato indietro, alcuni miserabili si trascinavano per le strade, altri erano seduti sui marciapiedi - Volevo della morfina, sono andato in una casa, tossici incollati alle pareti, un uomo mi ha passato una siringa, una ragazza voleva fermi l’iniezione, ci siamo seduti sul divano, i suoni della stanza erano ovattati, mi ha preso il braccio, l’ago entrava nella vena, dove sono i miei demoni? Le ho chiesto - Un uomo mi ha offerto un caffè, eravamo seduti su un divano, ero indeciso se chiedere qualcosa di alcolico, mi sembrava troppo presto per bere, una donna cinese ci è passata davanti con un vassoio vuoto - Ero alla fermata di un autobus, attendendone uno che mi avrebbe portato chissà dove, la città intorno era sconosciuta, ero solo un’ombra, uno straniero, mi sono seduto e sono rimasto lì, ad aspettare, aspettare, aspettare.
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ZetaElle #32
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