Cammino
per una strada, ci sono alcune persone davanti a me, tra loro riconosco
Lorenzo, lo chiamo, lui si gira e non mi vede, allora lo chiamo un’altra volta,
lui finalmente si ferma, mi guarda e mi saluta. Poi passeggiamo per la città,
raccontandoci un po’ di cose, poi ci viene fame e andiamo a mangiare un panino
in un posto che conosce lui, le scritte lì dentro sono in gallese e Lorenzo
sembra conoscere questa lingua. È sera e ci ritroviamo davanti a un immenso
edificio industriale da cui proviene della musica elettronica, decidiamo di
andare a dare un’occhiata, gli chiedo se ha delle pasticche, lui scuote la
testa, gli racconto di quelle blu e di quando le ho prese. Siamo dentro una
specie di fabbrica abbandonata e stiamo ancora discutendo, c’è parecchia gente
e aspettiamo in fila per comprare i biglietti dell’evento, un uomo seduto per
terra ci sta ascoltando, poi mi guarda, mi dice qualcosa sul fatto che non
posso parlare di droghe lì dentro e del mio stile di vita alternativo, lo
osservo sconcertato, Lorenzo si arrabbia e gli va incontro con aria cattiva.
Sono in una spiaggia, è inverno, il mare ha colori freddi, con tonalità blu e
grigie, ci sono delle dune e dietro di esse l’istallazione di un gigantesco
drago rosso, lo guardo da sotto, studiando il modo com’è costruito, le parti
che lo compongono. Arrivano dei bambini di una scuola, camminando uno dietro
l’altro, mi allontano lentamente. Un piatto con delle strisce di polvere bianca
sopra, che cosa è? Domando, coca, risponde qualcuno e mi chiede se voglio
tirare, faccio di no con il capo e vado in cucina a prendermi una birra, poi
esco dalla casa, è mattina presto, mi chiedo dove sia andata a finire la notte,
passa una macchina con una famiglia di indiani, c’è una ragazza, ci guardiamo
per un breve attimo, poi alzo gli occhi e il cielo è diventato azzurro e
luminoso.
lunedì 12 giugno 2017
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