Paesaggi
interiori e dipinti che prendevano vita fuori dalle vetrate e dalle porte
chiuse oltre le quali si celavano stanze mentali che ognuno degli ospiti poteva
riempire con un proprio arredamento emotivo e psichico, una donna seduta su una
sedia a dondolo, le persone che venivano a parlare con lei, c’erano drammi
notturni e alcolici che aspettavano di essere raccontati e paranoie come
relitti di deviazioni comportamentali, l’effetto delle droghe che modificava e
alterava stati d’animo senza stabilità, fulcri ed equilibri sul punto di
crollare, telefonate mute, dialoghi che lo scrittore trascriveva sul quaderno
nero, indeciso se spedirli al Dottor Ballard per un’analisi attraverso le
strutture del sogno e del delirio o se tenerli per se stesso, nell’attesa che
sceneggiature sperimentali trovassero le loro forme, spirali di parole in
movimento, le sinusoidi dei sentimenti che oscillavano lungo una linea
speculare nella quale ognuno osservava sé stesso e l’altro, il ripetersi di
schemi psicologi che rifiutavano l’astrattismo per stilizzarsi in serie di
linee verticali simili a sbarre, codici di mercificazione e pareti bianche che
attendevano foto, stampe e manifesti, avanguardie artistiche del passato,
uomini dai grandi baffi che pedalavano su biciclette dalle enormi ruote, era un
continuo scontrarsi con la realtà, traumi creati dal distacco, le sostanze che
permettevano un susseguirsi di alterazioni e cambiamenti, le intere giornate che
avevo passato ad ascoltare gli altri, gli innumerevoli frammenti, le schegge e
le crepe, i muri improvvisi, i paradossi insiti in ogni significato, altre
lingue, nuove parole, costruivamo il nostro mondo attraverso descrizioni
inventate, la maniera in cui il respiro si trasmetteva agli oggetti, la loro
personalità e quella dei mobili, i moduli da compilare con il pensiero perché
c’erano uffici di polizia vuoti che sospettavano di penne e matite, file di
scarafaggi che raschiavano i pavimenti delle celle, una vibrazione interiore,
un epicentro di lacrime e rancori, le onde che il cielo sfumava in colori, la
gloria della fine del giorno, la polvere sui vestiti, Luke seduto sul divano,
le confessioni nascoste, ogni gesto d’amore che abbiamo tenuto segreto fra le
carezze della violenza.
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ZetaElle #32
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