Minuscole molecole d’acqua che evaporano in secondi sospesi, odore di sporcizia e strade in putrefazione estiva, le strutture di cemento tremolanti nella luce accecante del giorno, la mia camicia floreale, la macchina fotografica appesa al collo, gli occhi che seguono riflessi e intuizioni visive - Si formavano così mappe mentali che nessuno avrebbe mai conosciuto perché inventate e disegnate dalla mia immaginazione, gli artisti del furto si muovevano veloci nei vicoli di memorie liquefatte, sussurravano il tuo nome negli angoli e davanti a porte abbandonate e André era seduto a un tavolino di un bar di tossici&flaneur, a pensare al prossimo festino per cocainomani depravati e travestiti teutonici, i suoi amici in attitudini frocesche e costumi di colorata e bizzarra allegria etilica, mi ero fermato a bere una birra con lui, mentre mi raccontava i suoi sogni e i prossimi progetti musicali con il suo accento francese e i capelli lunghi da bohémien sfatto e gaudente - Ho preso un pullman per Motril e una volta arrivato ho vagato lungo vie in avaria, ho scattato foto e ho avuto un bianco orgasmo nella mattina silenziosa di una stanza segreta e tutto è tornato a brillare, fuori e dentro di me e durante la notte il mio doppio aveva girato per i vicoli vuoti del Barrio Alto e un’ombra si era avvicinata e mi aveva offerto i suoi servizi e poi ero sul piccolo terrazzo di casa a fumarmi un porrito e dopo disteso sul letto, scivolando verso un confortevole e inaspettato oblio, senza voci, pensieri, volti e corpi, senza ossessioni feticistiche a farmelo venire duro - Lungo le strade le persone indossavano mascherine che nascondevano la loro bocca, non era mai troppo tardi per chiudere quella fogna e rimanere senza nulla da dire, finalmente, sospirava lo scrittore e dava un altro sorso dalla bottiglia di rosso, un rioja niente male - i film di Buster Keaton e la quiete delle prime ore della mattina, il momento migliore per mettersi a scrivere, quando Orgiva riemergeva dalla tregua onirica (o dalle battaglie nei campi dell’inconscio) e io ero ancora qui e altrove e in ogni luogo e in nessuna parte, c’era un margine di costante incertezza nel quale mi ero ritrovato a nascondermi, dopo ogni fuga, senza indirizzi, recapiti telefonici, identità prestabilite, la valigetta con le sostanze era dentro un armadio, al sicuro, insieme ai tuoi frustini e alle tue scarpe con il tacco alto, il cazzo mi si gonfiava al solo vederle, te le avrei fatte indossare solo per baciarle e leccarle, poi la tua testa fra le mie gambe, le mie mani che ti afferravano i capelli, con dolcezza e violenza, a dare ritmo ai colpi della tua gola sulla mia cappella, era un atto di resa e amore, quello che svelava e nascondeva la tua pelle, quello che ti farà piangere e godere quando i miei schiaffi cominceranno ad arrivare sul tuo culo fremente, a ricordarci tutto ciò che non abbiamo mai saputo come chiamare, perché nulla di quello che ci è stato insegnato è mai realmente esistito.
giovedì 13 agosto 2020
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
ZetaElle #32
Sequenze di combattimenti fra le strade e persone in fuga, i rumori in lontananza degli spari e un senso di panico e come una vibrazione n...
-
I dolori iniziano lunedì mattina, al lavoro. Durante la lezione mi tocco il lato destro della bocca e sento crescere una...
-
Per capire il significato di quella perdita dovresti passare almeno cinque o sei anni con una stessa persona e vederla tutti i giorn...
-
Ce l’hai una sigaretta? - chiede il tossico. Non fumo, mi dispiace – rispondo. Allora che me la vai a cercare? No, non ho quest...
Nessun commento:
Posta un commento